lunedì 20 aprile 2009

L'ipotesi atomica

All'età di circa 9 anni ricevetti un regalo dalla mia maestra elementare in occasione (se non ricordo male) della mia prima comunione. Erano due libri di una collana per ragazzi, copertina rigida con sovracopertina di carta rossa. Parlavano di scoperte scientifiche e invenzioni tecnologiche, due pagine per ogni argomento, sulla pagina di sinistra il testo scritto, in quella di destra le illustrazioni. All'interno c'erano molte cose affascinanti e io ci persi un bel po' del mio tempo (a quell'età fortunatamente ne hai tanto, o almeno così ti sembra). In uno di quei volumi trovai una delle prime descrizioni dell'ipotesi atomica. Altre ne trovai in quegli stessi anni in un'enciclopedia di scienze di mio zio.

Quello che potevo capire da quelle letture era ovviamente pochissimo, ma forse più essenziale di quanto non sembri: tutta la materia esistente (tutta) è fatta di aggregazioni di corpuscoli enormemente piccoli in numeri enormemente grandi, chiamati atomi; queste aggregazioni sono garantite da una combinazione di forze attrattive (i corpi mantengono quasi tutti una loro forma precisa e una loro compattezza) e di forze repulsive (i corpi non possono essere compressi indefinitamente).

Effettivamente l'ipotesi atomica può essere descritta in maniera abbastanza scarna e comunicata con semplicità anche ad un bambino di 9 anni. Si tratta però di un punto di vista suscettibile di sviluppi incredibilmente complessi, di un'idea di base estremamente potente, a partire dalla quale si può (e di fatto così è successo) costruire una conoscenza molto profonda e dettagliata del mondo fisico. Ma può un'ipotesi così semplice dar luogo alla complessità e varietà di caratteristiche che osserviamo in natura? Certamente il passaggio dai principi della fisica di base alla complessità del mondo è uno degli sforzi di immaginazione più incredibili che l'uomo è chiamato a fare. E su questi sforzi c'è una quantità immensa di lavoro scientifico.

Sull'ipotesi atomica ho raccolto un paio di frasi di Richard Feynman (Fisico, premio Nobel 1965) che mi sembrano molto efficaci:

Se un pezzo di acciaio o di sale, fatti di tanti atomi uguali disposti uno accanto all'altro, possono avere proprietà tanto interessanti, cos'altro sarà mai possibile? Se invece di sistemare gli atomi in qualche configurazione ripetuta in continuazione, creassimo una disposizione sempre diversa da una zona all'altra, continuamanete mutevole, mai ripetuta, in quale altro modo meraviglioso potrà mai combinarsi questa "cosa"?
Quando dico che siamo un ammasso di atomi, non voglio dire che siamo solo un ammasso di atomi: perchè un ammasso di atomi che non sia in una configurazione ripetuta in modo identico potrebbe benissimo avere la possibilità che vedete davanti a voi nello specchio.

Se, in qualche cataclisma, tutta la conoscenza scientifica fosse distrutta e solo una frase venisse trasmessa alle seguenti generazioni di creature, quale affermazione conterrebbe il maggior numero di informazioni in meno parole possibili?
Io credo che sia l'ipotesi atomica, cioè che tutte le cose sono fatte di atomi, piccole particelle che si muovono in moti perpetui, attraendosi le une alle altre quando sono poco distanti tra loro, ma respingendosi quando vengono compresse l'una all'altra.
In ques'unica frase, chiaramente, c'è un'enorme quantità di informazione sul mondo, se solo ci si applica con un po' di immaginazione e di riflessione.

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