giovedì 13 ottobre 2011

Dennis M. Ritchie (1941 - 2011)

Una cosa che mi stupisce sempre frequentando persone che si occupano di tecnologie informatiche per motivi di lavoro e non solo, è il constatare spesso una quasi totale mancanza di conoscenze storiche, a volte unita anche ad un certo più o meno ostentato disinteresse. Capisco che l'informatica sia un settore della conoscenza relativamente giovane ma ormai conta un bel numero di eccellenti menti scomparse. Poi la storia è sempre uno strumento utile per costruirsi le prospettive e gli elementi di giudizio nei confronti di una qualsiasi attività umana. E' un aspetto che dà spessore alla disciplina di cui ci si occupa. Quindi non riesco proprio a capire come si possa avere una passione per l'informatica senza coltivare l'interesse per il suo passato.

A dire il vero credo che molti, che pure si definirebbero degli appassionati, non abbiano nemmeno chiaro che l'informatica abbia un passato, o almeno che ne abbia uno che vada al di là dei primi computer casalinghi che hanno invaso le nostre case negli anni ottanta. Ecco, probabilmente la storia dell'informatica per molti coincide con quella dell'elettronica di consumo, nasce con i primi dispositivi che abbiamo potuto comprare in negozio. E continua ad essere così ancora adesso. I commenti spropositati alla morte del co-fondatore della Apple sono un episodio emblematico. I "grandi contributi" all'informatica che vengono riconosciuti a Steve Jobs passano in gran parte per quei tre o quattro bellissimi oggetti elettronici di larghissimo consumo che negli ultimi anni siamo tutti andati a comprare. L'informatica di cui siamo appassionati sta tutta lì, non esiste quasi nient'altro.

Probabilmente tutto ciò è normale, ma una prospettiva così distorta sulla tecnologia, le sue idee e il suo valore culturale mi danno parecchio fastidio. E' come dirsi appassionati di scienza guardando Voyager in TV. O dirsi appassionati di musica ascoltando solo la programmazione "orientata" di qualche radio commerciale.

Oggi ho letto della morte di Dennis Ritchie, padre del sistema operativo Unix e del linguaggio di programmazione C. Premio Turing 1983 e National Medal of Technology 1998. Sarebbe interessante ricostruire la storia del suo lavoro e quello dei suoi colleghi Ken Thompson e Brian Kernighan.

venerdì 7 ottobre 2011

Steve Jobs (1955 - 2011)

Ero in macchina diretto in ufficio, avevo già sentito due o tre volte la notizia della morte di Steve Jobs, grande industriale dell'informatica, fondatore di Apple. Nei giorni successivi, sebbene distrattamente, ascolto e leggo dichiarazioni eccessive su di lui, vedo manifestazioni di pura idolatria. Niente di interessante.

Ma quella mattina in macchina ascoltando la radio mi capita di sentire forse l'unico commento che mi ha veramente colpito, anche se molto breve, fatto da uno di cui non ho sentito il nome, presentato se non ricordo male come un "filosofo della tecnologia". Definisce Jobs in modo sintetico come "uno che ha messo la tecnologia in oggetti riconoscibili esteticamente". Mi stavo proprio domandando, al di là del suo indubbio carisma e del suo talento come imprenditore, cosa avesse fatto di così particolare per riuscire a diffondere in modo così capillare e veloce tutta una serie di dispositivi elettronici di uso personale. Questa mi è sembrata una buona risposta.

Il filosofo allarga il discorso, include Bill Gates e un po' tutta la rivoluzione del personal computing, sfociata appunto in dispositivi sempre più "personal", e conclude osservando che una conseguenza insolita e forse inaspettata di questa rivoluzione è stata quella di indurre una gran massa di persone ad utilizzare nuovamente la scrittura come forma di espressione e di comunicazione. Penso ai miei post su questo blog, ai commenti su facebook, agli ormai quotidiani messaggi di posta elettronica, alle innumerevoli chat, ...

Rimane solo da osservare che questi dispositivi, altamente tecnologici, facili da usare e belli da possedere, sono i dispositivi finali della rete Internet, la vera infrastruttura tecnologica di comunicazione. Che nessun "Grande Uomo" ci ha regalato. Fortunatamente.