mercoledì 28 novembre 2018

Fibonacci for president!

La scienza è il più potente strumento per conoscere il mondo che l'uomo si sia mai inventato nella sua storia. E ad inventarla sono stati i Greci, prima con la matematica, intesa per la prima volta come un processo logico-deduttivo (vedi Euclide), poi con molte altre discipline in cui la matematica veniva efficaciemente applicata, come la fisica, l'astronomia e la geografia. Sin da subito questa loro scienza fu intimamente legata alla tecnologia, con la capacità di produrre manufatti razionalmente progettati (vedi Archimede) e misure complesse ed estremamente precise, come nel caso di Talete e della sua deduzione geometrica dell'altezza delle piramidi, o come Eratostene e la sua misura eccezionalmente precisa del cerchio massimo terrestre.

Nessun'altra civiltà ha riscoperto la scienza in modo indipendente (almeno così sembra). Al contrario, la civiltà occidentale ha rischiato di perderla, di non saperne riconoscere tutto il valore. I romani hanno conservato la tecnologia greca senza però preoccuparsi troppo della scienza greca. I cristiani successivamente hanno pensato bene di liberarsi definitivamente di questa enorme conquista distruggendo spesso quello che ne era rimasto, come nell'episodio della feroce uccisione di Ipazia e del conseguente rogo della stupefacente biblioteca di Alessandria. Subito dopo comincia il medio evo.

Fortunatamente a conservare il patrimonio della scienza greca ci hanno pensato gli arabi, che sono riusciti ad aggiungere anche farina del loro sacco (vedi al-khwarizmi, con la sua opera "al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-jabr wa al-muqābala") dimostrando che oltre a saper conservare e tradurre sapevano anche elaborare nuove idee. L'occidente invece è rimasto sopito per diverse centinaia d'anni, conservando quello che era sopravvissuto del mondo classico (soprattutto Aristotele), ma senza alcuna capacità di rielaborarlo. La scienza come attività intellettuale era perduta.

Ma dopo il mille, passata la paura della fine del mondo (una società senza scienza ha paura anche di questo), sono arrivati i comuni, le repubbliche, le intense attività mercantili, e con esse un po' di indipendenza dalla Santa Romana Chiesa. I commercianti hanno cominciato a girare il mondo e a mettere in contatto terre e civiltà, a favorire scambi culturali insieme a quelli commerciali. Tra questi commercianti c'era anche il figlio di un certo Guglielmo dei Bonacci, un ricco mercante della Repubblica di Pisa. Il caso volle che il figlio dei Bonacci (Fibonacci) fosse particolarmente interessato alla matematica. Questo interesse lo portò a conoscere e studiare la grande matematica araba e, di conseguenza, primo fra tutti, a riallacciare la tradizione scientifica greca. Il suo libro "Liber Abaci" riportò in occidente una parte importante di quello che si era perso, rinnovato dal contributo dell'Islam e dal suo personale.

Di lì a poco arriveranno altri grandi matematici (Niccolò Tartaglia, Scipione del Ferro, Gerolamo Cardano) e successivamente il grande Rinascimento, con la riscoperta critica del mondo classico (Leon Battista Alberti con il "De Pictura", Piero della Francesca con il "De Prospectiva Pingendi", Luca Pacioli con il "De Divina Proportione", Leonardo con i suoi codici, Copernico con il "De revolutionibus Orbium Coelestium"). Alla fine tutto verrà magistralmente recuperato e arricchito di un pensiero moderno da persone come Keplero e Galileo. Con una certa irritazione da parte della Chiesa Cattolica.

Nasce (rinasce) il pensiero scientifico tra gli eredi di quella civiltà che lo aveva per la prima volta formulato. Tutto è bene ciò che finisce bene.

Grazie Fibona', c'hai salvati.   ;-)