domenica 5 febbraio 2023

Per volere divino o per merito

Il potere per funzionare deve essere giustificato da una ragione che venga accettata sia da chi il potere lo esercita sia da chi lo subisce.

Ai tempi dell'aristocrazia il potere era giustificato da un disegno divino che operava sin dalla nascita (il famoso sangue blu). Il re era incoronato direttamente dal volere di dio attraverso i suoi interpreti in terra (il clero). La corte e tutta l'aristocrazia che gli ruotava attorno era emanazione del re e quindi di dio. I poveri erano esclusi da questo progetto e in qualche modo dovevano accettare questa loro condizione evidentemente voluta da dio.

Al giorno d'oggi questa giustificazione rimane solamente per il clero, una casta che agisce per volere divino e gestisce il potere per conto di dio.

La rivoluzione borghese ha portato al potere una classe sociale che non poteva più giustificare il suo potere attraverso la religione, che fino a ieri giustificava l'aristocrazia (la società comincia in quel momento il suo processo di secolarizzazione) ma doveva altresì giustificarlo. Poiché la borghesia sale al potere soprattutto per la sua capacità di creare ricchezza il motivo che la porta al potere e ce la mantiene è il "merito".

Il merito prende il posto del disegno divino e per alcuni aspetti risulta forse più efficacie. Perché a questo punto tutti i meritevoli indipendentemente dalla loro condizione di partenza possono ambire alla classe di potere, che quindi appare come una classe sfumata, graduale, non chiusa, pronta ad accogliere. Le proprie capacità fanno l'unica vera differenza tra chi esercita il potere e chi no.

In entrambe le società risulta comunque che se sei un poveraccio in qualche modo devi fartene una ragione e accettarlo. Se sei un poveraccio c'è una ragione che te lo spiega, e questa ragione in fondo è indipendente da chi esercita il potere, è una ragione superiore, comunque esterna. O il tuo dio ha riservato per te questo destino (in modo misterioso e imperscrutabile, che si rivelerà solo nell'altro mondo) o semplicemente sei un incapace che non è stato in grado di costruirsi la sua strada di successo nella società. In quest'ultimo caso nella società secolarizzata non è necessariamente prevista una consolazione ultraterrena, quindi la religione in questo senso mantiene ancora una sua funzione di appoggio, di riscatto o conforto, e il clero mantiene in parte il suo antico ruolo e la sua posizione sociale.