domenica 12 settembre 2010

Primo giorno di scuola

Domani ricomincia la scuola. Mio figlio frequenterà la seconda elementare. Ha delle buone insegnanti per quello che ho potuto constatare fino ad ora. Sono contento per lui.

Non mi va di impelagarmi in un lungo discorso sui mali della scuola pubblica italiana. Mi viene solo da pensare (banalmente) che il nocciolo della questione sono gli insegnanti e su di loro andrebbe fatto l'investimento più importante. Il punto è che l'insegnamento, a qualunque livello lo si faccia, in qualunque tipo di struttura formativa privata o pubblica si eserciti, è un'attività di prestigio, in quanto essenziale per una società. E andrebbe sempre considerata come tale. Anzi, questo dovrebbe essere sicuramente il punto fermo di un qualunque dibattito serio sulla scuola.

E' tuttora largamente diffusa la considerazione che l'insegnamento scolastico è una delle migliori attività per madri di famiglia, perchè si lavora poco e si ha più tempo per i figli. E' tuttora diffusa l'opinione che l'insegnamento, a meno che non sia di livello universitario (che ancora conserva un po' di prestigio, anche se ultimamente mi sembra anch'esso sensibilmente diminuito), è una professione di ripiego, svolta in mancanza di possibilità di lavoro di maggior successo. Da sempre l'insegnamento è pagato poco (adeguato a persone che lavorano poco), svolto in strutture didattiche mai adeguatamente finanziate, mai incentivato. E dunque inevitabilmente pieno di persone che non fanno bene il loro lavoro.

Gli unici a considerare importante il lavoro dell'insegnante sono i genitori. Sono giustamente preoccupati per i loro figli. Poi però per i loro figli vedono un futuro da dirigente di non si sa cosa in una importante azienda che produce non si sa che. E spesso mostrano ben poco rispetto per il lavoro degli insegnanti, intrufolandosi senza competenze nelle questioni didattiche.

Eppure credo che specialmente gli insegnanti elementari abbiano avuto (consapevolmente o no) un ruolo importante nella nostra formazione culturale. Gli insegnamenti a quell'età possono avere una forza impressionante. Non credo di dire un'imprecisione se sottolineo che nella costruzione della mia personalità, come di quella di tutti gli ex-bambini, hanno contato molto le mie maestre (e i miei rari maestri). Più in generale si può dire che gli insegnanti, di qualsiasi ordine e grado, costruiscono le generazioni future, se non altro perchè nel bene e nel male contribuiscono a determinare le scelte di vita dei loro studenti. Non mi sembra una cosa da poco. Quale manager d'azienda potrebbe vantare un contributo alla società migliore di questo?

Il problema della scuola, e degli insegnanti che la incarnano, è un problema di sempre nella nostra società. Riporto in proposito due bellissime frasi di Piero Calamandrei, tratte da un famoso intervento in un dibattito sulla scuola pubblica che risale addirittura al 1950:

"La scuola, come la vedo io, è un organo 'costituzionale'. Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione."

"La scuola, organo centrale della democrazia, perchè serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente." [Piero Calamandrei, III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale, Roma, 11 febbraio 1950]

Domani ricomincia la scuola. Spero che mio figlio possa sempre incontrare validi insegnanti.

martedì 7 settembre 2010

Nicola Cabibbo

Il mese di Agosto l'ho passato sempre in giro, in piacevole compagnia di persone e in totale assenza di notizie. Solo oggi quindi sono venuto a sapere della morte di Nicola Cabibbo, che risale al 16 Agosto. L'ho letto in un articolo scritto da un mio vecchio amico in un giornale online.

Mi è capitato di incrociare Cabibbo varie volte durante i miei studi di fisica a Roma. L'ho incrociato anche sui libri, dove si citava spesso il suo risultato più importante (addirittura il più citato nella storia della fisica, secondo uno studio del 2006), conosciuto come l'angolo di Cabibbo, un lavoro del 1963 che ispirò successivamente l'ipotesi dei quark e che alcuni anni più tardi consentì di definire la matrice CKM (matrice Cabibbo-Kobayashi-Maskawa), per quanto ne so uno strumento molto importante nella fisica delle particelle elementari. Peccato che questo strumento è valso poi il premio Nobel solo a Kobayashi e Maskawa. Negli anni del mio transito in facoltà Cabibbo era presidente dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e il suo nome era legato al progetto APE (Array Processor Experiment), una famiglia di supercomputer con il compito principale di permettere simulazioni scientifiche, in particolare quelle legate alla cromodinamica quantistica.

Cabibbo era un cattolico, è stato per molti anni presidente della Pontificia Accademia delle Scienze. Una rarità nella comunità degli scienziati. Questo aspetto è particolarmente interessante poichè come scienziato ha accettato senza riserve la teoria dell'evoluzione ("[...]. Dire il contrario è come sostenere che la Terra è piatta o il Sole si muove perché così diceva la Bibbia."), ma l'essere anche cattolico lo ha forse aiutato, almeno in questo caso, a tenere ben separata la teoria scientifica dai suoi possibili aspetti ideologici, una cosa che secondo me uno scienziato dovrebbe sempre riuscire a fare, e che probabilmente, proprio nel caso dell'evoluzionismo, riesce difficile a molti.

"La teoria dell'evoluzione può essere fastidiosa per i cristiani perché sembra entrare in conflitto con l'idea della creazione divina. Questa paura è, tuttavia, infondata. Ciò che entra in contrasto con la creazione divina è la possibile estensione della teoria dell'evoluzione in una direzione materialistica, il cosiddetto evoluzionismo. Ciò che l'evoluzionismo sembra dire, e sto pensando ad autori come Dawkins, è che non c'è necessità di Dio. Ma questa estensione della teoria di Darwin non è parte di ciò che è stato scoperto dalla scienza" (Nicola Cabibbo).

Nota: non è esatto che in Agosto io non sia stato raggiunto da nessuna notizia; l'unica eccezione è stata la scomparsa di Francesco Cossiga, appena il giorno dopo Cabibbo. Questa cosa un po' mi dà fastidio. Tanto che sono andato sul sito satirico spinoza.it e sul forum mi sono letto un po' di battute sulla morte di Cossiga, la più bella delle quali recita così: "Ci lascia un uomo straordinario che ha dato grande lustro a tutta l'Italia: addio Nicola Cabibbo".