martedì 30 giugno 2009

Astronomia - Quarta Parte

(leggi la terza parte ...)

E la luna?

Un altro oggetto celeste facilmente osservabile è la luna. Ha un suo moto relativamente alla sfera celeste? L'osservazione metodica ci dice di si. Giorno per giorno anche la luna si sposta in senso contrario al movimento della sfera celeste, proprio come fa il sole, ma lo fa molto più velocemente. Il giro completo viene effettuato in circa un mese, poco meno. Infatti la posizione relativa della luna e del sole cambia continuamente. In alcuni casi la luna è vicina al sole sulla sinistra (più ad est), è visibile durante il giorno e tramonta poco dopo il sole. In altri casi è vicina al sole ma sulla destra (più ad ovest) e tramonta prima del sole. In altri casi ancora è molto lontana dal sole (dalla parte opposta) e allora è ben visibile durante tutta la notte. Questa differenza di posizione relativa è anche accompagnata dalle cosiddette fasi lunari. La luna in quadratura con il sole (a 90 gradi da una parte o dall'altra) è illuminata per un quarto (gobba a levante o gobba a ponente). La luna in opposizione al sole (a 180 gradi) è piena. La luna in congiunzione con il sole è nuova (e quindi invisibile), in quest'ultimo caso è possibile che si verifichi addirittura un occultamento del sole (eclissi), ma poichè lo spostamento della luna non avviene esattamente sull'eclittica questo fenomeno risulta essere piuttosto raro.

Tutti i punti di osservazione sono uguali?

Molte delle osservazioni che facciamo, anche quelle abituali, che caratterizzano la nostra vita e ne scandiscono i ritmi, sono in realtà relative al luogo di osservazione. La cosa essenziale, da cui discendono molte importanti conseguenze, è che cambiando il punto di osservazione spostandoci per grandi distanze sulla terra, può cambiare l'inclinazione dell'asse celeste. Questo com'è facilmente comprensibile influisce sulle regioni di cielo visibili, sull'altezza del sole e della luna all'orizzonte, sulla durata del giorno e della notte, sulle differenze stagionali. In alcuni punti si può arrivare ad avere il sole allo zenit (fascia tropicale), in altri si può vederlo non tramontare per mesi e mesi, perennemente basso sull'orizzonte (circoli polari). Ma perchè cambia l'inclinazione dell'asse celeste? In realtà si osserva questo cambiamento solo spostandoci per grandi distanze verso sud o verso nord, se gli stessi spostamenti vengono fatti verso est o verso ovest questa inclinazione non cambia affatto. Andando verso nord l'asse di rotazione si alza fino ad assumere la posizione verticale, e la volta celeste (la semisfera nord, l'emisfero boreale) ruota intorno allo zenit. Andando verso sud l'asse di rotazione si abbassa fino ad assumere la posizione orizzontale e la sfera celeste ci gira sopra esattamente da est verso ovest, andando oltre si alza di nuovo ma da sud fino ad assumere la posizione verticale. Quella che si vede ruotare intorno allo zenit è però l'altra metà della sfera celeste (la semisfera sud, l'emisfero australe).

Ancora uno sforzo di immaginazione

Come ci stiamo muovendo sulla terra rispetto al cielo per ottenere questo effetto? Certo non in orizzontale, muovendoci in orizzontale non può cambiare l'inclinazione dell'asse di rotazione celeste. Dunque la terra non può essere piatta. La cosa più semplice da immaginare è quella di muoverci su una sfera concentrica con la sfera celeste, in questo caso il piano di osservazione cambia il suo orientamento rispetto all'asse di rotazione, passando da perpendicolare a parallelo e di nuovo perpendicolare in uno spostamento che va dal polo nord al polo sud. Se invece ci si sposta da est a ovest o viceversa il piano di osservazione non cambia mai la sua inclinazione con l'asse.

Ricapitoliamo

Dunque la terra è una sfera, noi viviamo sulla sua superficie e da qui facciamo tutte le nostre osservazioni del cielo. Quest'ultimo è costituito da due corpi celesti molto grandi, sole e luna, e da una miriade di stelle puntiformi. Il tutto può essere pensato come un'immensa sfera concentrica con la nostra terra. Tale sfera non è ferma ma ruota sopra le nostre teste con un periodo di rotazione di circa un giorno. Tutte le stelle sono solidali con questa sfera, e si dicono per questo motivo "stelle fisse". Il sole e la luna invece si spostano sulla sfera celeste, compiendo un giro completo in un anno per il sole e in circa un mese per la luna. Lo spostamento di questi due corpi celesti avviene lungo un cerchio massimo inclinato rispetto all'equatore celeste chiamato eclittica (la luna si discosta dall'eclittica anche se di poco). Questa visione è anche molto rassicurante in quanto sembra posizionarci esattamente al centro dell'universo: tutto ruota attorno a noi!

(leggi la quinta parte ...)

venerdì 19 giugno 2009

In Taxi verso Palermo

Sono in taxi tra l'areoporto Falcone-Borsellino e l'albergo. Non trovo la cintura di sicurezza. Il tassista nota dallo specchietto i miei gesti goffi nel cercarla e mi spiega tranquillamente che l'ha tolta. "Se vuole gliela rimetto". "Si, grazie". Poi altrettanto tranquillamente aggiunge: "Sa com'è, l'ho tolta perchè da noi non si usa".

Da noi non si usa??!!

Perchè dici "da noi"? Noi chi? Siete per caso una razza a parte? Devo pensare che voi siete diversi dal resto degli italiani? Peggio ancora: sei tu che lo pensi?

Che significa "non si usa"? Stiamo parlando di un'usanza? Di un costume regionale? Da noi si usa così, da voi si usa cosà? Non stiamo forse parlando di una regola, introdotta da una precisa normativa nazionale? Che dovrebbe prescindere da qualsiasi "usanza"?

Ringrazio, metto la cintura, raggiungiamo in silenzio l'albergo.

martedì 16 giugno 2009

La natura dell'istinto religioso

Ho sempre pensato che l'istinto religioso nell'uomo sia un elemento ancestrale, un atteggiamento con radici profonde, un elemento costitutivo della sua natura, tanto reale e concreto come avere un braccio o una gamba. Quando parlo di istinto religioso o di religiosità intendo il bisogno generale dell'uomo di avere spiegazioni del mondo, un bisogno che può sfociare tipicamente in sistemi di credenze, in religioni, ma che può anche costituire il motore dell'attività filosofica o scientifica. Ho ritrovato considerazioni analoghe a queste in una lettura che feci la prima volta molti anni fa di un famoso saggio di Jaques Monod che ho già citato più volte in questo blog. Il suo ragionamento era interessantissimo per me in quanto non solo sottolineava l'universalità dell'istinto religioso nella specie umana ma tentava di dargli una spiegazione evoluzionistica, cioè di interpretarlo come un prodotto dell'evoluzione umana (appunto come potrebbero esserlo un braccio o una gamba).

Questi sono un paio di stralci da questa lettura:

Per tantissimo tempo il destino di un singolo essere umano si confuse con quello del suo gruppo, della sua tribù, al di fuori della quale gli era impossibile vivere. La tribù, d'altra parte, poteva sopravvivere e difendersi solamente grazie alla sua coesione. La forza soggettiva delle leggi tribali che assicuravano tale coesione assunse nel lungo periodo importanza selettiva e hanno presumibilmente influito sulla evoluzione genetica delle categorie innate del cervello umano. Questa evoluzione non solo doveva agevolare l'accettazione della legge tribale, ma creare anche il bisogno della spiegazione mistica che ne è il fondamento e che le conferisce la sovranità. Noi siamo i discendenti di questi uomini. E' da loro che abbiamo ereditato probabilmente l'esigenza di una spiegazione, l'angoscia che ci costringe a cercare il significato dell'esistenza. Angoscia creatrice di tutti i miti, di tutte le religioni, di tutte le filosofie e della scienza stessa. (Jaques Monod)

L'invenzione dei miti e delle religioni, la costruzione di vasti sistemi filosofici sono il prezzo che l'uomo ha dovuto pagare per sopravvivere in quanto animale sociale senza piegarsi ad un mero automatismo. (Jaques Monod)

Recentemente ho avuto per le mani un saggio, scritto a più mani (Girotto, Pievani, Vallortigara), che riprende proprio questa idea. La religiosità viene vista come una forma di adattamento, più esattamente come un effetto secondario dei processi di adattamento dell'uomo. Per questi autori "il meccanismo evolutivo ha fatto sì che credere nel sovrannaturale sia diventato una parte integrante dei nostri normali processi cognitivi".

martedì 2 giugno 2009

Una mostra su Galileo

La mostra di Palazzo Strozzi a Firenze ha come titolo: "Galileo, immagini dell'universo dall'antichità al telescopio". Avrei preferito un maggiore dettaglio nelle descrizioni delle interpretazioni del cielo nell'antichità (in particolare l'epoca pre-ellenistica). Forse non ci sono così tante fonti. I reperti della mostra sono comunque tanti ed alcuni veramente eccezionali: gli acquarelli di Galileo sulle fasi lunari, i suoi disegni sulle macchie solari ottenuti proiettando su uno schermo il disco solare raccolto dal telescopio, un'incredibile mappa lunare di Giovanni Cassini (risultato di nove anni di studi), una vasta collezione di strumenti meccanici, alcuni di impressionante complessità (sestanti, astrolabi, globi celesti, sfere armillari, planetari, orologi con fasi lunari moti dei pianeti e durate del giorno, ecc.).

Una mostra oltre a dare una serie di informazioni di dettaglio deve dare una sensazione generale, comunicare un messaggio di sintesi. Nel caso di questa mostra in poche parole è il seguente: il cielo è sempre stato per l'Uomo un oggetto familiare, costantemente presente, ma estremamente misterioso, diverso da tutto ciò che sperimentava quotidianamente. Per questo motivo il cielo è stato teatro naturale di tutti i grandi miti dell'Uomo, di tutte le sue religioni, di molte delle sue superstizioni. E al contempo è stato anche l'oggetto delle sue più importanti speculazioni, delle sue ricerche più straordinariamente pazienti, dei suoi sforzi titanici nel trovare spiegazioni, meccanismi, geometrie.

Il cielo in un primo momento è stata la casa di una pletora di divinità, sede di un'infinità di miti e leggende. Da un certo punto in poi è stato letteralmente ripulito per diventare luogo del monoteismo cristiano, creato e messo in movimento dall'unico dio per la sua creatura più importante: l'Uomo. Questo schema di pensiero si è istituzionalizzato nel corpo della chiesa cattolica e per molti secoli è stato una forma di potere culturale su tutto l'occidente, un potere che a tempo debito si è scagliato pesantemente contro il libero pensiero.

Durante tutta la sua storia l'Uomo ha costantemente rivestito il cielo di misticismo, anche nei periodi di massimo trionfo della scienza. E' interessante constatare come in tutte le epoche gli eventi del cielo siano messi sempre in qualche modo in comunicazione con gli eventi della terra, quasi come se l'Uomo cerchi da sempre di avere un contatto con l'unico elemento della natura apparentemente del tutto al di fuori della sua portata.

A partire dal Rinascimento la mostra documenta un lungo e paziente cammino di costruzione delle conoscenze: l'uso di strumenti sempre più perfezionati per osservare e per calcolare, la scelta sempre più consapevole dell'osservazione diretta della realtà come primo e più importante strumento di indagine, l'uso sempre più sofisticato del ragionamento matematico. Questi ingredienti maturano progressivamente fino a convergere nella sintesi di Newton, che raggiunge risultati di portata veramente eccezionale nella storia del pensiero umano (forse il fascino di questo vertice del pensiero non è reso sufficientemente nella mostra, che punta principalmente alla figura di Galileo). Newton mette letteralmente insieme per la prima volta cielo e terra. Il terreno era già stato abbondantemente preparato da vari predecessori, Galileo soprattutto, ma Newton riconduce il moto degli oggetti del cielo e il moto di qualsiasi oggetto terrestre (la famosa mela) alla stessa identica causa. In che senso la luna "cade" verso la terra? Se un proiettile lanciato orizzontalmente al terreno ha sufficiente velocità iniziale, allora quando sarà caduto di 4,9 metri (ovvero dopo il primo secondo di viaggio) potrebbe trovarsi alla stessa altezza dal suolo. Come è possibile? Per cadere cade, ma la superficie della terra è curva, e quindi cade "attorno" alla terra. Esattamente come fa la luna tracciando la sua orbita.

La mostra, ben fatta, ha comunque il vantaggio di trattare (almeno secondo me) un argomento incredibilmente affascinante: la storia del rapporto tra l'Uomo e il cielo misterioso che gli sta da sempre sopra la testa.