martedì 2 giugno 2009

Una mostra su Galileo

La mostra di Palazzo Strozzi a Firenze ha come titolo: "Galileo, immagini dell'universo dall'antichità al telescopio". Avrei preferito un maggiore dettaglio nelle descrizioni delle interpretazioni del cielo nell'antichità (in particolare l'epoca pre-ellenistica). Forse non ci sono così tante fonti. I reperti della mostra sono comunque tanti ed alcuni veramente eccezionali: gli acquarelli di Galileo sulle fasi lunari, i suoi disegni sulle macchie solari ottenuti proiettando su uno schermo il disco solare raccolto dal telescopio, un'incredibile mappa lunare di Giovanni Cassini (risultato di nove anni di studi), una vasta collezione di strumenti meccanici, alcuni di impressionante complessità (sestanti, astrolabi, globi celesti, sfere armillari, planetari, orologi con fasi lunari moti dei pianeti e durate del giorno, ecc.).

Una mostra oltre a dare una serie di informazioni di dettaglio deve dare una sensazione generale, comunicare un messaggio di sintesi. Nel caso di questa mostra in poche parole è il seguente: il cielo è sempre stato per l'Uomo un oggetto familiare, costantemente presente, ma estremamente misterioso, diverso da tutto ciò che sperimentava quotidianamente. Per questo motivo il cielo è stato teatro naturale di tutti i grandi miti dell'Uomo, di tutte le sue religioni, di molte delle sue superstizioni. E al contempo è stato anche l'oggetto delle sue più importanti speculazioni, delle sue ricerche più straordinariamente pazienti, dei suoi sforzi titanici nel trovare spiegazioni, meccanismi, geometrie.

Il cielo in un primo momento è stata la casa di una pletora di divinità, sede di un'infinità di miti e leggende. Da un certo punto in poi è stato letteralmente ripulito per diventare luogo del monoteismo cristiano, creato e messo in movimento dall'unico dio per la sua creatura più importante: l'Uomo. Questo schema di pensiero si è istituzionalizzato nel corpo della chiesa cattolica e per molti secoli è stato una forma di potere culturale su tutto l'occidente, un potere che a tempo debito si è scagliato pesantemente contro il libero pensiero.

Durante tutta la sua storia l'Uomo ha costantemente rivestito il cielo di misticismo, anche nei periodi di massimo trionfo della scienza. E' interessante constatare come in tutte le epoche gli eventi del cielo siano messi sempre in qualche modo in comunicazione con gli eventi della terra, quasi come se l'Uomo cerchi da sempre di avere un contatto con l'unico elemento della natura apparentemente del tutto al di fuori della sua portata.

A partire dal Rinascimento la mostra documenta un lungo e paziente cammino di costruzione delle conoscenze: l'uso di strumenti sempre più perfezionati per osservare e per calcolare, la scelta sempre più consapevole dell'osservazione diretta della realtà come primo e più importante strumento di indagine, l'uso sempre più sofisticato del ragionamento matematico. Questi ingredienti maturano progressivamente fino a convergere nella sintesi di Newton, che raggiunge risultati di portata veramente eccezionale nella storia del pensiero umano (forse il fascino di questo vertice del pensiero non è reso sufficientemente nella mostra, che punta principalmente alla figura di Galileo). Newton mette letteralmente insieme per la prima volta cielo e terra. Il terreno era già stato abbondantemente preparato da vari predecessori, Galileo soprattutto, ma Newton riconduce il moto degli oggetti del cielo e il moto di qualsiasi oggetto terrestre (la famosa mela) alla stessa identica causa. In che senso la luna "cade" verso la terra? Se un proiettile lanciato orizzontalmente al terreno ha sufficiente velocità iniziale, allora quando sarà caduto di 4,9 metri (ovvero dopo il primo secondo di viaggio) potrebbe trovarsi alla stessa altezza dal suolo. Come è possibile? Per cadere cade, ma la superficie della terra è curva, e quindi cade "attorno" alla terra. Esattamente come fa la luna tracciando la sua orbita.

La mostra, ben fatta, ha comunque il vantaggio di trattare (almeno secondo me) un argomento incredibilmente affascinante: la storia del rapporto tra l'Uomo e il cielo misterioso che gli sta da sempre sopra la testa.

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