mercoledì 29 maggio 2019

Le dimensioni giuste della politica

Questa mattina su twitter mi è capitato davanti una specie di manifestino elettorale evidentemente utilizzato nei giorni di campagna di queste ultime (ormai passate) elezioni europee. Il suo contenuto era una contrapposizione schematica dei valori della sinistra e della destra. Il volantino era del senatore Pillon, dunque di destra e orientato a quelle questioni che riguardano la famiglia, la sessualità, la droga, e tutta 'sta roba.

Io sono sinceramente convinto che la politica sia costituita da insiemi di valori con i quali si costruisce una visione della società che è poi quella che informa l'azione politica vera e propria. Sono anche convinto che la dialettica democratica si alimenti di visioni se non proprio contrapposte in tutto e per tutto quantomeno distinguibili e che la schematicità della contrapposizione destra-sinistra sia una semplificazione in genere molto utile. La sua utilità sta proprio nel fatto che può rendere chiari i messaggi politici verso l'elettorato perché li inquadra in visioni di insieme dando loro delle utili chiavi di lettura. Il dibattito politico ha necessità di quadri di riferimento altrimenti diventa eccessivamente complicato per il cittadino che in fondo è occupato in tutt'altro, e che può essere facilitato ad orientarsi nei suoi giudizi utilizzando delle categorie generali di pensiero in cui si riconosce, se non vuole essere costretto a prendere in considerazione tutti i dettagli di qualunque provvedimento parlamentare e/o governativo. Un cittadino normale non riesce a stare appresso neanche a tutti i provvedimenti del proprio amministratore di condominio. Insomma secondo me in una democrazia che vuole funzionare c'è un problema di comunicazione e di linguaggio che ha un'importanza cruciale.

Mi rendo conto però che questo approccio, per molti versi utile, presta il fianco sia a semplificazioni eccessive, sia a strumentalizzazioni gravi. E' evidente che la realtà è più complessa e le classificazioni funzionano fino ad un certo punto, oltre il quale diventano negative per diversi motivi. Ad esempio si fa presto a creare contrapposizioni feroci ma al dunque anche abbastanza inconsistenti. E si fa altrettanto presto ad estremizzare, uscendo fuori dal confronto dialettico vero e proprio che è quello che alimenta in modo sano e costruttivo il sistema democratico e fa andare avanti una società.

Leggendo il volantino del senatore Pillon ho pensato proprio alla pericolosità delle semplificazioni nella contrapposizione destra-sinistra. Tra l'altro mi pare anche chiarissimo che queste semplificazioni sono in questo caso abilmente strumentalizzate per centrare il discorso su aspetti che molto probabilmente non sono neanche così importanti nella società reale, ma sono invece certamente funzionali a dare corpo e rilievo a figure minori della politica come quella del senatore in questione. Il fatto grave è che a me sembra che tutta la sua parte politica stia emergendo con l'uso strumentale di questa contrapposizione anzichè con temi concreti, e con la sua estremizzazione, spesso espressa anche in forme ridicole e odiose, per costruirsi una fisionomia forte che copra le sue vere caratteristiche: inconsistenza e trasformismo.

La destra che sta emergendo di questi tempi è la caricatura di una categoria politica che diversamente sarebbe utile alla democrazia. D'altro canto è purtroppo anche vero che la sinistra si è persa nella complessità del mondo e non trova i messaggi magari semplificati ma chiari che sono condizione imprescindibile alla sua esistenza. In Italia destra e sinistra non trovano una dimensione utile ad un dibattito democratico efficacie.