sabato 28 marzo 2020

Indulgenza plenaria per il coronavirus

Ieri il Papa si è presentato da solo in piazza San Pietro, ha fatto un discorso ai fedeli (e a tutti), ha pregato, ha invocato l'aiuto di Dio, ha impartito la benedizione Urbi et Orbi con la possibilità di ricevere l'indulgenza plenaria (*). Tutto da solo, in una piazza San Pietro completamente vuota, senza fedeli. Una cosa mai vista, e quindi di un impatto (anche cinematografico) impressionante.

Rivedendo su youtube pezzi di questa cerimonia mi sono fatto una domanda, che per quanto non possa avere una risposta concreta in quanto immagina uno scenario del tutto ipotetico, mi stimola a qualche riflessione.

Supponiamo che il decreto del governo che obbliga per legge tutta la cittadinanza a stare a casa non fosse stato ancora emanato. Supponiamo che fossero state date solo indicazioni chiare ma non obbligatorie della convenienza a non riunirsi, a non partecipare a manifestazioni pubbliche, per evitare l'espandersi del contagio. Supponiamo che in questa situazione il Papa avesse voluto promuovere un momento di preghiera collettivo, per chiedere aiuto a Dio, impartire la benedizione alla popolazione in pericolo e l'indulgenza plenaria, soprattutto a chi presumibilmente sarebbe morto di lì a poco.

Cosa sarebbe successo? I cattolici sarebbero venuti in piazza? Mi interesserebbe sapere proprio quanti cattolici avrebbero preso la decisione di riunirsi in piazza San Pietro per pregare tutti insieme, chiedere l'aiuto di Dio e ricevere la benedizione del Papa.

Non mi pare una domanda oziosa. Forse un po' provocatoria, questo si, ma vorrei proprio sapere se e fino a che punto la maggior parte dei cattolici attuali (quelli della nostra società benestante) danno un senso concreto e reale a questi eventi o se li considerano solo simbolici. Quanti di loro sceglierebbero di assumersi un po' di rischio per testimoniare la loro fede e mostrarsi come comunità? Che cosa è più importante, in fondo? Conservare al meglio la propria vita e guardare il Papa alla televisione, o riunirsi in preghiera con lui e con tutta la comunità dei fedeli in un momento così difficile? E di che preoccuparsi in fondo, viste le parole del Vangelo? (**)

Quello che voglio dire è che riunirsi in preghiera con il proprio capo spirituale, vicario di Cristo in terra, per ottenere l'ascolto di Dio ai problemi della comunità, e per avere una sua benedizione e l'indulgenza, dovrebbe essere per il cattolico un gesto concreto, tanto quanto quello di ripararsi in casa, anzi, ancora più forte. Non so se i cattolici attuali sentono effettivamente la forza concreta di questi gesti. O se il rito rimane un fatto puramente simbolico, da fare quando non c'è nessun pericolo, quando si sta bene, quando si può uscire la domenica per una passeggiata in piazza San Pietro. Pensando che le cose concrete siano altre.

Il Papa ha detto che siamo tutti nella stessa barca, e che dobbiamo uscirne tutti insieme. Ma per non essere ipocriti e anche per dare più forza e più severità a questa frase diciamo meglio che ne dobbiamo uscire tutti a parte quelli che sono già morti o che moriranno. Questo implica che la comunità vale più del singolo, e che quest'ultimo deve anche poter rischiare per il bene suo e di tutti. Se il suo gesto è concreto. Ma torno a ripetere, per un cattolico attuale (in media ovviamente) questo gesto sarebbe stato concreto? Avrebbe mai giustificato un rischio?

Le parole del Papa hanno sicuramente confortato chiunque le abbia ascoltate, credenti e non. Ma per un cattolico c'era qualcosa di più nel rito di ieri? Qualcosa di più forte di un discorso confortante? Perché la religione come genere di conforto mi pare un po' poco.

Comunque proprio non si poteva andare in piazza a pregare con il Papa, e il problema non si è posto. E il mio dubbio me lo tengo.

(*) Per ottenere questa indulgenza plenaria ci sono delle norme ben precise da rispettare, stabilite da un decreto della Penitenzieria Apostolica pubblicato il 20 marzo, in occasione della pandemia.

(**) "Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?"

NOTA - Pochi giorno dopo aver pubblicato questo post ho avuto la sensazione che la provocazione in esso contenuta fosse stata "raccolta" da un politico italiano, che in occasione delle imminenti festività pasquali (sempre sotto emergenza coronavirus) ha tirato fuori questa frase: "Non vedo l'ora che la scienza e anche il buon Dio, perchè la scienza da sola non basta, sconfiggano questo mostro per tornare a uscire. Ci avviciniamo alla Santa Pasqua e occorre anche la protezione del Cuore Immacolato di Maria" (Matteo Salvini). Aggiungendo a questo la proposta di tenere aperte le chiese nel giorno di Pasqua.