mercoledì 15 aprile 2009

Educazione irrazionale

Ripensavo alla dimostrazione che la radice di due è un numero irrazionale. Ho impiegato un po' di tempo a ricostruirla. D'altra parte è una dimostrazione semplice ma non banale. Utilizza passaggi e osservazioni elementari, ed è un esempio di procedimento per assurdo. Credo che il ragionamento e gli strumenti che usa siano tranquillamente alla portata di un ragazzo di scuola media superiore. Magari potrei sbagliarmi ma si potrebbe tentare di raccontarla anche ad un ragazzo di scuola media inferiore. E varrebbe almeno la pena di tentare per diversi motivi: perché è una dimostrazione (non se ne vede quasi mai una fatta per bene, nei vari gradi di scuola), perchè parla di proprietà generali (a scuola spesso si fanno solo conti), perchè ha un grande valore storico (la storia della matematica a scuola non esiste, sembra di avere a che fare con una disciplina senza tempo, costruita tutta insieme da chissà chi).

Io invece, se non ricordo male, ho incontrato questa dimostrazione solo durante gli anni dell'università, insieme a molte altre cose che sicuramente avrei potuto cominciare a conoscere ed apprezzare qualche anno prima. Sarà per questi motivi che la matematica è veramente affascinante solo quando si arriva a studiarla all'università. Prima la potresti facilmente scambiare per un'accozzaglia indistinta di formulette e di procedimenti meccanici da imparare perlopiù a memoria, in cui non c'è nulla da capire e soprattutto nulla di divertente. E certamente per molti alla fine è stato proprio così.

Non credo che questa sia solo la mia particolare e sfortunata esperienza, credo di averla condivisa con tanti altri della mia generazione e credo purtroppo di condividerla anche con molti ragazzi che frequentano la scuola oggi. Un vero peccato.

La questione ovviamente è generalizzabile. Parlo della matematica perchè mi piace e perchè la conosco. Per la storia, la filosofia, la letteratura, l'arte, probabilmente valgono considerazioni analoghe. Forse la generalizzazione è questa: una qualunque struttura scolastica, di qualsiasi tipo e di qualsiasi grado, può impartire delle competenze senza trasferire valori, ma le competenze senza valori non costituiscono una vera conoscenza.
L'insegnante, qualunque sia l'oggetto del suo insegnamento, dovrebbe avere come obiettivo principale quello di trasmettere il fascino, l'importanza, la passione per gli argomenti che insegna insieme agli argomenti stessi. E' importante, per costruire una vera conoscenza e quindi una vera cultura, percepire costantemente il valore di quello che si sta studiando, che è il solo motore in grado di giustificare lo sforzo necessario per un reale apprendimento.

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