giovedì 3 luglio 2008

I limiti di velocità

Ultimamente mi è capitato di sentire da più persone la classica critica ai limiti di velocità sulle strade: "sono troppo bassi, servono per fare le multe". E' una frase ricorrente e probabilmente in molti casi ha il suo fondo di verità. Ma la cosa strana è constatare che l'automobile non viene quasi mai percepita come uno strumento pericoloso, come oggettivamente è. Le statistiche sono molto chiare, il tasso di mortalità su strada è elevatissimo, ben più alto di molte altre cause che normalmente fanno più paura. Ed è inoltre, in modo evidente, strettamente legato alle velocità che si raggiungono.

E' una situazione esattamente ribaltata rispetto al tema della sicurezza nelle città, molto dibattuto ultimamente, anche in maniera strumentale, dalla politica italiana. In quest'ultimo caso è abbastanza evidente che il cosiddetto livello di sicurezza percepito è molto più basso di quello che traspare in modo più oggettivo dalle statistiche (secondo quest'ultime, come si sa, confrontate con la situazione europea o mondiale, le città italiane sono ambienti relativamente sicuri). Nel caso della sicurezza sulle strade invece, il dato oggettivo preoccupante delle statistiche non trova riscontro in una percezione altrettanto preoccupata. Un caso analogo credo sia quello della sicurezza sul lavoro.

I motivi di questa discrepanza tra percezione e dato oggettivo possono essere molti, ma credo ce ne sia uno di tipo, diciamo così, fisiologico. Nella percezione istintiva di un pericolo credo sia fondamentale la sensazione, vera o presunta, della propria capacità di controllo della situazione (e dunque del proprio grado di conoscenza di ciò con cui si ha a che fare).

Se salgo su un aereo so di non avere, in nessun momento, alcun controllo sul mezzo in cui mi trovo e questo aumenta significativamente la sensazione di pericolo, anche se le statistiche dovrebbero tranquillizzarmi. Se salgo su un'automobile come passeggero sono in genere molto meno tranquillo di quando ci salgo come autista. Alcune gravi malattie rese note al pubblico dai media in relazione a casi tanto gravi quanto sporadici, sfuggono al controllo medico e questo può portare il singolo individuo a comportamenti ridicoli se visti alla luce della incidenza enormemente bassa che tali malattie hanno. La città in cui abito è piena di gente che non conosco, con cui entro inevitabilmente in relazione, ma i cui comportamenti non sono mai del tutto prevedibili.

La sensazione di pericolo ha ovviamente radici antichissime ed è quindi elaborata principalmente a livello istintivo. Giudicare un pericolo su una base puramente razionale è certamente una cosa molto difficile.

Quando si guida l'automobile si ha la sensazione di controllare bene la situazione, ma è evidente che questa sensazione è più presunta che reale, tanto più presunta quanto più è alta la velocità; la guida sulle strade è un fatto collettivo, non individuale, la sicurezza dipende contemporaneamente da tutti, non solo dal singolo; visto in quest'ottica l'uso di regole rigide e rispettate da tutti (vedi i limiti di velocità) sembra essere l'unica vera strategia razionale praticabile.

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