giovedì 10 luglio 2008

8 luglio in piazza

Sono stato alla manifestazione di piazza contro le "leggi canaglia" del governo. Il tema era l'incostituzionalità degli ultimi provvedimenti in discussione al parlamento, in particolare quello conosciuto col nome di lodo Schifani, che introduce una sorta di immunità istituzionale a favore delle quattro alte cariche dello Stato, escludendoli così dalla sottoponibilità a processi penali nel corso del loro mandato (anche per reati che sono avvenuti precedentemente). Sul palco campeggiava un cartello che riportava il primo capoverso dell'articolo 3 della Costituzione (*).

Tutto questo, unitamente al fatto che certi provvedimenti sono in modo evidente funzionali al Primo Ministro per via dei suoi processi in corso e per niente utili al Paese (anzi, dannosi, dal momento che sottraggono il Parlamento ad attività importanti), e considerando che Berlusconi non è certo nuovo a questi comportamenti, l'ho giudicato sufficiente per andare ad ascoltare gli interventi a piazza Navona ed unirmi così alla protesta dei cittadini.

L'aspetto che mi è piaciuto poco della manifestazione è alla fine sempre il solito: la mancanza di un atteggiamento un minimo costruttivo, totalmente negato dall'intervento di Grillo che ormai spara a zero su tutto e tutti, o da quello satirico di Sabina Guzzanti, un vero boomerang, purtroppo.

Le idee c'erano, purtroppo largamente ignorate dai media. Le critiche pesanti al governo, sia al suo operato che alle persone che lo compongono, erano in gran parte condivisibili. Alcune battute pesanti ci stavano pure, se non altro avevano una funzione liberatoria. Ma io ho bisogno di proposte, di atteggiamenti più costruttivi, magari anche un minimo ottimisti. Non ce la faccio a campare solo di proteste, per quanto sacrosante. Qualcuno si dovrà prendere la briga di portare avanti un discorso, una linea di pensiero, un progetto politico.

Spero che col tempo, da tutto questo venga fuori qualcosa di buono.

(*) Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

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