lunedì 8 luglio 2024

Dio come ipotesi

Pierre Simon Laplace, scienziato francese vissuto nel periodo napoleonico, scrive nel 1796 un trattato intitolato "Exposition du système du monde", dove viene ipotizzata l’origine del sistema solare a partire da una nebulosa primitiva. A quest'opera è legato un episodio piuttosto famoso. Laplace donò una copia del suo lavoro a Napoleone, che nel ricevere lo scienziato gli pose una domanda provocatoria: "Newton ha parlato di Dio nel suo Libro. Ho già sfogliato il vostro e non ho trovato questo nome una sola volta". La risposta fu "Cittadino Primo Console, non ho avuto bisogno di questa ipotesi".

Credo che sia la prima volta, almeno una prima volta famosa, in cui uno scienziato tenta di escludere esplicitamente Dio da qualunque spiegazione dei meccanismi di funzionamento dei fenomeni naturali, anche se costretto da una domanda imbarazzante. Prima di lui credo sia possibile citare solo l'espressione "Hypoteses non fingo" (non invento ipotesi) con cui Newton vuole sottolineare, ma senza alludere a Dio, la necessità di non andare oltre la descrizione di un fenomeno (in quel caso la forza di gravità) ipotizzando possibili cause non verificabili in modo sperimentale.

In tempi molto più recenti Stephen Hawking riprende l'argomento ma in modo secondo me meno interessante: "L’universo non ha bisogno dell’ipotesi Dio". Non parla della conoscenza scientifica che si può costruire sul mondo ma parla proprio del mondo in un modo che appare un po' arbitrario. Purtroppo ho letto altre frasi di Hawking ancora meno giustificate e meno pertinenti al discorso scientifico, tipo "L'universo non ha bisogno di un creatore", "l'universo può essersi creato da sé, può essersi creato dal niente" e dunque "non è stato Dio a crearlo". Sono affermazioni esplicite sull'esistenza di Dio che non rientrano in una conoscenza scientifica e che ovviamente possono essere contestate da un credente, conducendo probabilmente a polemiche inutili.

Trovo invece molto più interessanti due frasi pronunciate da Giorgio Parisi. La prima definisce in modo molto chiaro la distinzione tra scienza e credenza nel trascendente: "La scienza cerca di spiegare il mondo tramite le cose del mondo, e la religione cerca di spiegare il mondo tramite qualcosa che lo trascende". La seconda frase mette in chiaro la distinzione tra una credenza e un'ipotesi: "Dio per me non è neanche un’ipotesi". In questo caso un'ipotesi è un pensiero plausibile sul mondo naturale il cui interesse passa per la possibilità di poterne dare una conferma o una confutazione sperimentale. Un'ottica da cui appare chiaro che Dio non può essere pensato neanche come un'ipotesi.


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