domenica 21 luglio 2024

Orsi del trentino

Torno a distanza di circa un anno a parlare di orsi che aggrediscono turisti nei monti del Trentino, ne avevo parlato qui. Anche in questi giorni c'è stata un'aggressione, meno grave rispetto a quella del post precedente.

Ne scrivo di nuovo perché la questione potrebbe essere presentata come un problema culturale riferito agli abitanti del luogo e soprattutto ai turisti, dovuto al fatto che non sappiamo coabitare con specie selvatiche che hanno tutto il diritto di essere lì e dobbiamo migliorare il nostro rapporto con la natura che ci circonda, evitando atteggiamenti "consumistici". In parte è vero ma mi pare una semplificazione che non rende conto della realtà. Per questo specifico caso il problema a monte di tutto secondo me è di tipo politico.

Tutto ha inizio con l'unico evento naturale di questa storia, l'estinzione dell'orso bruno nei territori montani del Trentino ad opera dell'uomo. Una specie invade un habitat e un'altra ne fa le spese con l'estinzione. Un fenomeno estremamente comune in natura. In quest'ottica è difficile parlare di "diritto di una specie di abitare una certa zona", a meno che non si voglia come al solito riferire sempre tutto all'uomo (il diritto è un concetto delle società umane, anche quando lo vogliamo applicare ad altre specie).

Dopo alcuni decenni dalla sua scomparsa in Trentino, alla fine degli anni novanta, qualche amministrazione locale ha avanzato la proposta di ripopolare il territorio di orsi. Questa è un'azione dell'uomo del tutto artificiale e, come si sa, può comportare degli squilibri nell'ambiente. So che all'epoca una buona parte dei biologi ed etologi interpellati sull'operazione avevano espresso parere contrario proprio per i potenziali fattori di rischio a cui si associava, il principale dei quali era la difficile convivenza che si poteva determinare tra l'uomo e l'orso, troppo vicini l'uno all'altro.

L'operazione fu comunque portata a termine, non solo sottovalutando i rischi ma, per quello che ho capito, gestendoli anche molto male. Ad esempio a tutt'oggi sembra che i rifiuti dei numerosi paesi della zona interessata non abbiano una raccolta in contenitori appositamente progettati. In particolare pare che non sia stata intrapresa un'azione educativa efficace sulla popolazione, che ovviamente all'epoca non poteva avere e probabilmente ancora non ha gli strumenti per gestire correttamente il rapporto con questi animali. La situazione si fa ancora più  delicata quando si mette questo problema in relazione con il turismo, la cui compromissione potrebbe essere un fatto grave per molti trentini. Faccio notare che il problema è quello di mantenere un ecosistema globale, dove non conta solo la protezione di una specie, come l'orso in questo caso, ma di tutte, anche dell'uomo.

Il fatto è che l'educazione all'ambiente, soprattutto ad un ambiente artificialmente modificato da un ripopolamento così importante, non è per niente scontata. E non si può pretendere che le persone riescano a modificare le proprie abitudini e il proprio modo di vivere senza essere adeguatamente supportate. Quindi come dicevo all'inizio il problema è strettamente politico. E' la politica che deve vedere le soluzioni, attuarle e supportarle adeguatamente con tutto quello che serve per poter gestire tutti i rischi connessi con l'azione intrapresa. E' la vera cosa che è mancata. Almeno se ho letto bene quel poco che mi è passato sotto gli occhi.

 

Nessun commento: