martedì 1 marzo 2022

Ipocrisie geopolitiche

Alla radio il giornalista, stuzzicato dall'intervento di un ascoltatore, difende l'Europa dicendo che in fin dei conti a partire dal dopoguerra ha assicurato ai suoi cittadini ottanta anni di pace e prosperità (anche se forse ha dimenticato la guerra dei Balcani). Si potrebbe dire la stessa cosa degli Stati Uniti. Più esattamente gli stati del cosiddetto mondo occidentale, rappresentati militarmente dall'Alleanza Atlantica (NATO), hanno assicurato ai propri cittadini una vita di pace, democrazia e ricchezza economica, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi.

Ma al di fuori di questa "enclave" di pace, democrazia e prosperità, che cosa è successo? A me sembra di aver visto molto spesso lo stesso copione. L'occidente ha avuto sempre una grande tolleranza se non predilezione per i dittatori, perchè con essi è in genere molto facile fare affari, accordi commerciali, intrattenere rapporti economici di varia natura. Si capisce bene anche perché. Avere a che fare con un dittatore o al massimo con una oligarchia ristretta significa poter prendere decisioni facili e veloci, individuare bene chi ci guadagnerà e saper di conseguenza trattare meglio. Significa non avere a che fare con la complessità e la burocrazia di società governate democraticamente, dove le decisioni passano per organi parlamentari e per il vaglio di una opinione pubblica informata.

Al di fuori di questa "enclave" di pace, democrazia e prosperità, ci sono da sempre immensi territori pieni zeppi di materie prime e di fonti energetiche, così importanti per foraggiare il nostro mondo e mantenere il nostro tenore di vita. E i dittatori sono le teste di ponte ideali per il controllo di questi immensi territori e di tutto quello che custodiscono al di sotto del loro suolo, perché di quello che transita al di sopra non ci siamo mai veramente preoccupati. Tranne forse nei casi in cui le guerre intestine che si generavano quà e là non ci consentivano di fare affari con il commercio di armi tecnologicamente avanzate (siamo bravissimi con la tecnologia).

Certo che però i dittatori possono finire per rompere le scatole, principalmente per due motivi. Primo perché possono avere mire personali non esattamente coincidenti con quello che a noi conviene, e non si può certo pretendere di tenerli a bada così facilmente senza pagare un prezzo. Poi soprattutto perchè sono regimi che a lungo andare affamano la propria popolazione, la riducono a condizioni di vita inaccettabili, a livelli culturali bassissimi. E tutto questo può produrre guerre civili, guerre di religione, guerre etniche, rivolte, rovesciamenti di regime, terrorismo, invasioni di stati confinanti. Tutta roba che può rivelarsi molto scomoda anche per noi. Episodi spiacevoli che vanno controllati con operazioni di "peace keeping", con il tentativo di "esportare il nostro civilissimo modello di democrazia".

Putin è l'ultimo di questi dittatori "convenienti". Un personaggio notoriamente pericoloso con cui l'occidente, proprio l'Europa in particolare, ha intensificato i suoi rapporti commerciali negli ultimi dieci-quindici anni, perché era facile farlo, soprattutto sul fronte delle forniture di gas naturale. Questo ha consentito di far entrare in Russia una quantità immensa di denaro europeo, prevalentemente utilizzato per armare un esercito che in questi giorni sta scaricando le sue armi addosso alla popolazione civile dell'Ucraina. L'occidente non riesce ad usare in modo efficacie la diplomazia (che dovrebbe essere lo strumento principe di una società democratica), non riesce ad usare in modo efficacie le sanzioni economiche (che dovrebbero essere un altro buono strumento di una società ricca), e quindi decide di sostenere la "resistenza" ucraina mandando armi e assecondando così un disastro umanitario (che non dovrebbe essere il comportamento ideale per una società di pace).


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