lunedì 22 febbraio 2021

Terrapiattisti e terrapallari

Ho saputo poco tempo fa che i terrapiattisti chiamano tutti gli altri terrapallari. Non sapevo che io ero un terrapallaro, però il termine fa simpatia, un po' come il pensare che in giro ci sia gente che sostiene che la terra sia piatta (anche perchè onestamente faccio sempre fatica a crederci).

Supponendo vera l'esistenza di queste persone (in buona fede) mi chiedo quali siano le cause di queste bizzarre convinzioni. Il terrapiattismo ha presumibilmente varie cause diverse ma certamente tra queste c'è la mancanza di cultura. E' insolito che questo avvenga all'interno di gruppi umani dove normalmente è presente un certo livello di istruzione. Per quanto siano cose diverse viene comunque da pensare che un buon livello di istruzione favorisca automaticamente anche un buon livello di cultura, ma evidentemente non è così, troppo ottimistico.

Il problema è forse da ricondurre alla mancanza di una educazione sufficiente. Probabilmente la nostra società è in grado di impartire istruzione con una certa efficienza, ma è un po' meno brava ad educare le nuove generazioni. La differenza è abbastanza importante perchè l'istruzione ha il compito di tirar su gente preparata a svolgere mansioni (persone "competenti") che evidentemente non è la stessa cosa che avere una cultura. La cultura è quella che ti fa star bene in una società con la quale condividi le conoscenze, e che per questo motivo comprendi, sai interpretare, ci vivi in una certa armonia. I miei nonni contadini avevano una cultura, ovvero un corpus di conoscenze (peraltro non costruite a scuola) che li rendevano persone integrate nel loro ambiente, armonizzate con esso. E' indubbio che nelle società attuali sempre più complesse in cui viviamo il problema della alienazione dell'individuo sia una questione piuttosto grave.

La differenza tra istruzione ed educazione è evidente anche dall'etimologia (entrambe di origine latina), che in fondo ne spiega bene i significati. Istruzione deriva da in-struere e significa INSERIRE/PORTARE DENTRO “MATERIALI”. Vuol dire inserire qualcosa dentro un contenitore. Nel caso della formazione, vuol dire inserire nozioni. Il termine educazione invece deriva da ex-ducere che letteralmente vuol dire TIRARE FUORI, FAR VENIRE ALLA LUCE QUALCOSA CHE E’ NASCOSTO. L'etimologia evidenzia addirittura due significati opposti.

Io penso che per costruire una cultura sia necessaria l'educazione molto più che l'istruzione, dove per cultura in genere si intende (in senso molto generale ma secondo me anche molto significativo e importante) "Il complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo, in relazione alle varie fasi di un processo evolutivo o ai diversi periodici storici o alle condizioni ambientali" (Luigi Luca Cavalli Sforza).

Una persona istruita potrebbe avere delle nozioni (anche corrette) ma non la capacità di ricavarle, non la capacità o l'abitudine a ragionarci sopra, a farci delle riflessioni personali. Per tornare alla questione della terra piatta il concetto si potrebbe tradurre così. Se io fermo una qualsiasi persona e gli chiedo se secondo lui la terra è piatta o rotonda, è abbastanza scontato che (nella maggioranza dei casi) mi risponda che è rotonda. Ma se gli chiedo di portarmi delle prove (diverse dalle immagini riprese dallo spazio, queste non sono un ragionamento, sono solo informazioni basate sulla fiducia) la cosa diventa molto meno scontata. E' chiaro che una persona che non sa portare ragionamenti o osservazioni personali a favore di una qualsiasi nozione imparata è costantemente esposto a false conoscenze, che in tali condizioni diventa ben difficile distinguere dalle buone conoscenze.

Per di più questa stessa condizione produce alienazione poichè non ci si sente più dentro la società in cui si vive, fondamentalmente perchè non si è più in grado di comprenderla. Si finisce per avere un atteggiamento ostile verso la conoscenza, percepita sempre più come elemento esterno a sé stessi. Non si accetta più la conoscenza come fatto sociale. E così forse si può anche diventare terrapiattisti. Forse.

NOTA: la mancanza di educazione, così come la intendo io, porta inevitabilmente a perdere l'abitudine ad utilizzare le facoltà razionali, così importanti nella costruzione della conoscenza. Questo nonostante si possa continuare ad avere un'istruzione anche di buon livello. Per celebrare la potenza delle argomentazioni razionali riporto (anche se in modo non esattamente fedele) un bel passo di un libro di Lucio Russo che descrive l'argomento usato da Ipparco per escludere l'esistenza di un unico oceano (l'Atlantico) e quindi dedurre l'esistenza di un nuovo continente mai esplorato (le Americhe): "O esiste un solo oceano dalle colonne d'Ercole all'Asia, oppure si tratta di due oceani distinti, separati da (almeno) un continente. Poichè le maree di mari diversi possono avere caratteristiche diverse ma potrebbero anche essere uguali (se il continente dovesse dividere l'oceano in due parti uguali), se le maree atlantiche fossero uguali a quelle asiatiche non si potrebbe scegliere tra le due possibilità. Nel caso contrario si può però essere certi che si tratti di due oceani distinti. Ipparco sapeva che le maree dei due oceani sono notevolmente diverse e ne aveva dedotto l'esistenza di un continente intermedio. [...] E' significativo ricordare che ventidue secoli fa Ipparco, grazie alla sua capacità di costruire argomentazioni razionali che oggi nessuno ricorda e ben pochi sarebbero in grado di immaginare, aveva dedotto l'esistenza di un continente inesplorato senza avere bisogno di affrontare alcun viaggio".


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