martedì 20 aprile 2010

Considerazioni su libertà e potere

Il potere in generale è sempre interessato a limitare la libertà, in quanto così elimina il dissenso, o l'espressione di esso. La cosa funziona quando alcuni si accorgono della limitazione ma la trovano conveniente per loro, molti se ne accorgono ma oggettivamente non possono farci molto, molti non si accorgono o non si vogliono accorgere di fatto della limitazione. Gli ultimi in genere dovranno essere la maggioranza. Le limitazioni delle libertà devono passare lisce e non esser percepite come tali da più persone possibili.

Il governo italiano ultimamente ha fatto in modo che fossero censurate le principali trasmissioni di dibattito politico presenti alla televisione di stato, nel periodo pre-elettorale, interpretando a suo modo una brutta legge che dovrebbe disciplinare la presenza televisiva dei partiti proprio in questo periodo. Bruno Vespa, uno dei censurati, in una sua dichiarazione ha attribuito una parte della responsabilità al comportamento a suo dire eccessivamente fazioso di un suo collega, un altro dei censurati, Michele Santoro. In pratica ha lasciato intendere che alcuni censurati hanno deliberatamente provocato il comportamento censorio, nel senso che se la sono cercata. Lo stesso schema di ragionamento che porta a dire che le signore con le gonne corte si vanno a cercare lo stupro. O a Bruno Vespa è scappata una stupidaggine oppure gli convenive dire quello che ha detto.

In Cina Google decide di redirigere le richieste al suo motore verso i server di Hong-Kong, totalmente liberi dai filtri della censura richiesta ormai da anni dal governo cinese. Quest'ultimo decide di bloccare l'instradamento verso Hong-Kong. Ai nostri occhi l'operazione del governo cinese è una vera e propria censura dell'informazione a danno dei suoi cittadini. L'oscuramento dell'informazione è funzionale al governo in quanto tende ad eliminare tutte le voci di dissenso e a rendere così normale e inavitabile la sua esistenza (mancando le alternative). Ma la mia curiosità è: come appaiono queste operazioni alla maggioranza dei cittadini cinesi? O meglio, quanti di loro hanno la percezione della gravità di una censura simile? E quanti pensano che si tratti effettivamente di una censura ai loro danni? Probabilmente molti di loro ribaltano il discorso e vedono Google forse come il gigante industriale americano che con la sua potenza vuole invadere e condizionare la Cina per poi fagocitarla e considerano dunque legittima l'azione del governo, anzi la vedono come una forma di protezione, di difesa nei confronti di un pericoloso avversario per il paese. Non so se effettivamente può essere vista così la questione, ma mi sembra plausibile. In fondo la Cina vive una grande crescita economica e una buona parte della popolazione cinese sta prosperando sotto l'attuale governo.

Fatte ovviamente le debite proporzioni trovo che ci siano delle analogie con la censura che è stata operata in Italia ai danni di alcune trasmissioni giornalistiche televisive, e dunque di tutti i cittadini. Il motivo rimane sempre quello di voler eliminare (o ridurre al minimo) le voci di dissenso al governo attuale specialmente nella fase molto delicata che precede le elezioni. Non far neppure immaginare possibili alternative (magari migliori) all'esistente. Anche in questo caso credo che in molti cittadini si sia creata l'idea (sostenuta anche da alcuni media) che il governo si difende, e ci difende, dagli attacchi violenti di avversari politici improponibili. Probabilmente anche in questo caso molti cittadini pensano di voler difendere il proprio tenore di vita, ancora in buona parte accettabile.

Tutto ciò fa vedere di nuovo come la democrazia sia un valore per molti versi astratto, sostituito volentieri da convenienze, non percepito, sacrificato per fini pratici e contingenti. Si sa che un indicatore molto importante di democrazia (che ne sostiene il valore) è proprio il trattamento del dissenso, poichè è l'elemento che agisce da controaltare al potere. In un regime non democratico il dissenso è sempre soppresso in forme più o meno violente. In democrazia il dissenso è sempre un valore (una libertà) da difendere.

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