martedì 25 novembre 2008

Elezioni politiche in USA

Alcuni giorni fa negli Stati Uniti si sono chiuse le elezioni politiche per la presidenza della Casa Bianca. A parte il risultato, mi piace sottolineare alcune caratteristiche del meccanismo elettivo americano:

  1. Ci sono solo due ampie parti politiche, abbastanza ben definite e distinte sulle visioni politiche di fondo, che si contendono la leadership del paese.
  2. Le inevitabili sfumature all'interno di ogni singola parte politica vengono risolte con le elezioni primarie, che lasciano in lizza un unico candidato per ciascuna parte su una rosa più o meno ampia.
  3. Le elezioni primarie sono autentiche, abbastanza imprevedibili e quindi risultano significative anche sul piano politico, determinanti per decidere le linee guida da portare alla Casa Bianca e la personalità politica che dovrà interpretarle al meglio.
  4. I due candidati scelti per la corsa finale si fronteggiano direttamente in varie occasioni, dando alla cittandinanza elementi concreti per una chiara e consapovole lettura delle politiche proposte.
  5. Il candidato perdente solitamente esce di scena e non si ripresenta alle elezioni successive.
  6. Il candidato perdente riconosce prontamente e lealmente il ruolo istituzionale dell'avversario (McCain, il perdente, nel suo discorso dopo le elezioni rivolgendosi ad Obama, il vincente, usa espressioni del tipo "il mio ex-avversario", "il mio Presidente").
  7. Dalla campagna elettorale sembra uscire un Paese fondamentalmente unito nello sforzo di darsi un governo che sia il migliore possibile.

Non voglio elogiare troppo il sistema politico statunitense ma sta di fatto che secondo me tutte queste caratteristiche sono, dal punto di vista di un italiano, decisamente invidiabili.

L'Italia dovrebbe avere probabilmente un senso di maggiore unità, che renderebbe intollerabili tutta una serie di schermaglie politiche di bassa lega tra fazioni e fazioncelle, permetterebbe al cittadino una migliore leggibilità delle proposte politiche, e forse potrebbe anche essere la chiave per un dialettica corretta tra maggioranza e opposizione.

Nessun commento: