venerdì 30 maggio 2008

LHC (Large Hadron Collider)

Si tratta del più grande esperimento di Fisica delle particelle (e in pratica di tutta la scienza) mai realizzato. Se non ci saranno altri rinvii la macchina comincerà a funzionare e a fornire i primi dati sperimentali nel mese di luglio.

Di questo esperimento mi colpiscono due cose, una sul piano tecnologico, l'altro su quello più strettamente scientifico.

1. dal punto di vista tecnologico la cosa più impressionante è la necessità del controllo di tutti i parametri dell'esperimento, le installazioni dei componenti devono essere fatte "al millimetro" (letteralmente) altrimenti non funziona nulla; un esempio (da un articolo di "Le Scienze"): le misure devono essere fatte tenendo conto dell'allargamento dell'anello (circa un millimetro!) che si ha in corrispondenza della deformazione della crosta terrestre durante le fasi lunari (fenomeno delle maree). Questo allargamento influisce significativamente sull'energia del fascio e quindi sull'interpretazione dei risultati delle collisioni!

2. sul piano scientifico l'obiettivo principale che ha portato alla realizzazione di una macchina del genere è quello di riuscire a "vedere" il bosone di Higgs, l'unica particella prevista dal Modello Standard (teorizzata nel 1964) rimasta ancora inosservata, e anche la particella che all'interno del Modello gioca un ruolo fondamentale. Ma questa in fondo è la parte scontata dell'esperimento. Quella forse più affascinante deriva dal fatto che la nuova macchina esplorerà un range di energie molto più alto di quelli finora esplorati e quindi in realtà non si sa che cosa scopriremo. Questo è l'aspetto della questione che mi colpisce di più perchè in fondo è proprio quello che mette in risalto la sostanza dell'attività scientifica. E' molto frequente riscontrare l'opinione (più o meno consapevole) che il valore culturale della scienza sia quello di "spiegarci" il funzionamento delle cose. Ma in realtà credo che il suo valore sia soprattutto nel processo di conoscenza, che per essere definito ha bisogno di cose non ancora spiegate, ignote. Credo che la potenza della scienza sia tutta in questo atteggiamento curioso, quasi infantile, del "vediamo un po' che succede".

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