La morte a distanza ravvicinata di due personalità in due aree molto diverse, Watson (scienziato) e Gehry (architetto), mi ha fatto riflettere di nuovo sugli elementi di distinzione tra arte e scienza. James D. Watson è lo scopritore insieme a Francis Crick e Maurice Wilkins della struttura a doppia elica del DNA (premi Nobel per la medicina, 1962) mentre Frank O. Gehry è l'architetto del Guggenheim Museum di Bilbao e di altre famose architetture sparse un po' in tutto il mondo.
Di Gehry si legge in rete il suo percorso artistico, le sue opere più o meno famose. E' perlopiù celebrato come un grande artista dei nostri tempi ma qua e là si leggono anche critiche al suo lavoro, alla sua concezione dell'architettura. Cioè di un artista viene giudicata tutta la sua carriera in bene o in male, le opinioni contrastanti sono abbastanza fisiologiche e accettate. Nelle discipline artistiche l'individuo e il suo percorso sono fondamentali, e il giudizio non è mai unanime. E' forse anche per questo che la produzione "artistica" simulata dalle odierne intelligenze artificiali è poco significativa.
Di Watson si cita quasi esclusivamente il suo maggior contributo alla scienza, che in verità, vista la sua importanza, è sufficiente a celebrarlo. Il valore di questo contributo è assolutamente indiscutibile. Le critiche allo scienziato, che pure ci sono state, riguardano la sua personalità controversa che però ha ben poco a che fare con la sua produzione scientifica, o comunque rimane decisamente in secondo piano. Cioè di uno scienziato viene spesso giudicato il suo contributo alla comunità scientifica e alla costruzione della scienza. Un modo un po' spersonalizzante di parlare di uno scienziato. C'è sempre l'idea che se quel risultato non lo avesse raggiunto lui lo avrebbe fatto prima o poi qualcun altro, quindi il singolo è meno importante della comunità, il singolo è meno importante del risultato raggiunto.
Nell'arte tutto è invece strettamente legato alla personalità dell'artista e alla sua ricerca individuale. Questo significa anche che la sua opera può essere giudicata in vari modi, può essere valorizzata come anche totalmente ignorata o quasi. Si può avere uno spettro di giudizio molto ampio sul suo operato. Un appassionato di architettura potrebbe non essere particolarmente interessato alla produzione di Gehry. La ricerca dell'artista è un atto strettamente individuale, ma anche il giudizio di valore che ne dà il fruitore è strettamente individuale.
Quello che ha fatto invece Watson è presentato come "la scoperta del secolo", e certamente non può essere ignorato o svalutato, non solo dalla comunità scientifica, ma da tutti. Basti pensare alle ricadute di questa scoperta, ad esempio tutte le tecnologie geniche, che tra le altre cose hanno portato ai recenti vaccini a mRNA. La ricerca dello scienziato ha un valore più oggettivo per tutta la comunità ma molto meno legato allo scienziato che l'ha prodotta.
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