domenica 18 giugno 2023

Scrivo qualcosa anch'io

Vabbè, scrivo qualcosa anch'io su Berlusconi (all'indomani della sua morte).

Berlusconi secondo me ha rappresentato una grande concentrazione di potere in Italia, ma questo potere non è stato mai utilizzato in politica se non per congelare una situazione. Non ha favorito nessuna vera riforma, nessun cambiamento significativo. La famosa "rivoluzione liberale", sempre citata sin dalla sua prima discesa in campo, è una cosa di cui Berlusconi non si è mai veramente occupato. Non era interessato. E questo perché a Berlusconi l'Italia è andata sempre bene così com'era, come l'aveva trovata nella prima repubblica in cui lui è cresciuto (dopo ha dovuto usare il potere per dargli giusto una "ritoccatina" secondo le sue necessità).

E' stato detto che ha portato il bipolarismo nella politica italiana ma io non credo che questo sia vero. Negi anni della sua presenza più influente non si è creata una dialettica tra due visioni della società, quella di destra e quella di sinistra, e questo certamente non è mai stato il suo obiettivo, a parte la retorica anticomunista ampiamente strumentalizzata. Il vero bipolarismo che si è venuto a creare è stato quello sulla sua persona, la parte dell'Italia che stava con lui e quella che stava contro di lui. Questo è stato uno degli elementi che ha fatto progressivamente scomparire la sinistra (una parte politica non può sopravvivere per negazione di qualcosa) e ha impoverito tragicamente tutto il dibattito politico. Anche la destra secondo me ha sofferto la presenza di Berlusconi, perché è rimasta stretta nella morsa di un comportamento che da una parte la portava facilmente al governo e dall'altra la usava per un potere personale disinteressato alla politica.

Per quanto riguarda la sua politica editoriale e quindi in un certo senso la sua influenza culturale cito una frase attribuita a Berlusconi riportata in un articolo di Vito Mancuso che ho trovato rilanciato su facebook: "Secondo lei, quanti sono gli intelligenti là dentro?" - indicando un gruppo di persone - "Il 10 percento? Ecco, io mi occupo del restante 90 percento". Non posso dire con sicurezza se sia vera, ma la trovo molto rappresentativa.

Ovviamente una persona che ha puntato tutto sul culto del sé, sul valore del successo individuale e sull'autocelebrazione di sé stesso non può avere eredi. Lascia una società ancora più individualista di prima, grazie al suo personale contributo. E non ce ne era bisogno.


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