martedì 12 aprile 2022

La guerra in Ucraina e una frase di Wilson

Qualche tempo fa mi sono imbattuto in una bella frase di E. O. Wilson, un famoso biologo. In occasione della sua morte, avvenuta pochi mesi fa, ho avuto occasione di conoscerlo meglio attraverso articoli e trasmissioni radiofoniche. E' stato anche un grande saggista, e nella mia libreria sosta ormai da qualche anno un suo libro in attesa di essere letto. La frase che mi ha colpito è la seguente: "The real problem of humanity is the following: we have paleolithic emotions; medieval institutions; and god-like technology". L'altro giorno, incalzato dalle orribili immagini della guerra in Ucraina, la frase di Wilson mi è rivenuta in mente perché mi sembrava che in un certo senso riuscisse a "descrivere" questa tragedia umana.

Faccio le seguenti tre osservazioni per spiegarmi meglio:

1. Non credo che questa sia una guerra diversa da tutte le altre, con più morti e più efferatezze. Piuttosto è una guerra molto vicina al nostro mondo e soprattutto minacciata costantemente dall'uso di armi nucleari da parte della Russia. Questo forse è un fatto rilevante. Riconoscere che una tecnologia bellica di una potenza devastante sia in mano ad un invasore ben poco raccomandabile, e che questo faccia leva più o meno esplicitamente su una minaccia del genere è un fatto piuttosto preoccupante. Solo l'idea di per sé è un'assurdità, ma tanto basta. Il problema più in generale sarebbe quello di fare in modo che tecnologie sempre più sofisticate non cadano in mano a soggetti che escono fuori da ogni possibile controllo della comunità globale. Si tratta di un'impresa tanto difficile quanto necessaria. Abbiamo meccanismi sempre più efficienti per la produzione di tecnologia ma istituzioni sempre meno efficienti per il suo controllo.

2. E' proprio quello delle istituzioni ad essere un problema serio. E' frustrante constatare che le istituzioni internazionali, anche quelle nate appositamente per garantire la pace, non siano in grado di fare nulla, che siano del tutto inadeguate alla situazione. Difficile forse individuarne tutte le ragioni ma è evidente che è così. Cosa si sta facendo per negoziare la pace o almeno una tregua? Cosa si è fatto negli anni precedenti per favorire una convivenza pacifica in quelle regioni? Chi può intervenire come entità super partes nelle controversie internazionali? Quali sono e dove sono le armi della diplomazia? La pace è un obiettivo sempre perseguito oppure no? Le logiche di potere sembrano sempre le stesse e rischiano di portare a scontri di cui abbiamo sempre meno capacità di controllo, nonostante la minaccia nucleare sia lì da quasi ottant'anni a chiedere l'urgenza di un cambiamento. Le nostre istituzioni probabilmente sono vecchie rispetto agli scenari attuali.

3. La guerra è una cosa barbara, antichissima, direi primitiva. Uno scontro di poteri per la conquista di territori e risorse. Probabilmente la pratichiamo da quando esistono le tribù, cioè da sempre. All'interno di una guerra avvengono cose impensabili in altri contesti, di una violenza inaudita. Un essere umano può fare cose che in una normale situazione di convivenza pacifica neanche riuscirebbe ad immaginare. E' costretto ad atti di sopravvivenza estrema, dove vengono fuori istinti primitivi incontrollabili. Non credo che se ne possa uscire integri nella personalità.

Quindi le situazioni di guerra sfruttano istinti ancestrali e bisogno di sopravvivenza dei poveri malcapitati che la fanno materialmente, e forse in fondo gli stessi istinti guidano in parte anche i potenti che prendono le decisioni. La società dovrebbe avere istituzioni adeguate per poter evitare che i conflitti politici, economici, territoriali ecc. sfocino in guerre, ma non ce la fanno. La tecnologia non fa altro che fornire strumenti di aggressione sempre più potenti, e ce la fa. E' per questo che mi è sembrato che la frase di E. O. Wilson sintetizzasse bene questo quadro generale estremamente problematico (oltre ad avere un significato ancora più ampio). L'animale Uomo, le organizzazioni sociali, e la tecnologia hanno velocità di evoluzione così differenti da creare su tempi lunghi grossi rischi di sopravvivenza alla nostra specie.


Nessun commento: