venerdì 25 giugno 2021

Frullatore per aziende e lavoratori

Un amico al telefono mi parla delle aziende americane (lavora da anni per una di esse) e della loro logica serrata di profitto. In genere, se sono in fase espansiva possono ancora far star bene i loro dipendenti (nel senso di creare attorno a loro un ambiente di lavoro sano, o comunque ben accettato dal lavoratore), o semplicemente dare questa illusione che magari si concretizza veramente per la maggior parte di loro. Ma se hanno superato questa fase, come inevitabilmente prima o poi succede, e devono far fronte all'aggressività dei competitors, cominciano a promuovere politiche industriali di efficienza, che consistono solitamente nell'acquisire nuovi assets strategici da una parte e fare spin-off dall'altra, acconpagnando sia le une che le altre con una ridefinizione e ricalibrazione delle risorse, che si traduce nel tagliare tutti i costi per quanto possibile. E i lavoratori non sono più così contenti, quelli che sopravvivono. Sono sempre e solo gli azionisti quelli che devono essere sempre contenti, sia prima che dopo. Il problema è che quando termina o cala la fase espansiva, in cui si sono fatti forti investimenti in tutte le direzioni, assunzioni e ricerca di nuove risorse in tutti i settori dell'organizzazione, ci si ritrova nel "frullatore" del mercato in cui poi tocca sopravvivere.

Chiusa la conversazione con l'amico mi viene da pensare che questa parabola di un'azienda è simile a quella di un suo lavoratore. Aggressività, desiderio di carriera e voglia di arricchirsi sono i valori vincenti in un ambiene di lavoro competitivo, quello costruito dall'azienda per ottenere il massimo della produttività. E sono anche quelli che permettono una prima fase di "espansione" personale, affermazione, carriera e soldi. Ma così facendo si entra inesorabilmente nel "frullatore", un meccanismo che pretende da te sempre di più e che da un certo punto in poi ti mette in diretta competizione con chi ha vent'anni meno di te e ben altre energie e motivazioni. E da un certo punto in poi devi cercare di sopravvivere, imparando a parare i colpi che arrivano da tutte le parti (questo non è Shakespeare, è sempre il mio amico).

 

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