sabato 9 marzo 2019

"Il Primo Re", il film

Recentemente ho visto un film davvero particolare, da vari punti di vista. Cito solo due caratteristiche, che non sono però quelle che mi hanno colpito di più. Anzitutto è un film italiano, ma con dietro una produzione di una consistenza tale da non farlo sembrare un prodotto cinematografico nostrano. Poi l'intero film è parlato in proto-latino (ovviamente con sottotitoli, ma devo dire che qua e là molte battute o mezze battute si capivano). Il motivo è che il film racconta, in modo piuttosto inusuale, la leggenda della fondazione di Roma ad opera di Romolo e Remo, o meglio le vicende precedenti delle popolazioni in lotta per la conquista di territori in cui insediarsi, lungo gli argini del fiume Tevere. Vicende cruente di gente che sopravvive con mezzi primitivi.

La bellezza del film sta proprio nella rappresentazione di una società primitiva. E di questa rappresentazione quello che colpisce di più è il rapporto con la religione, che è anch'essa primitiva ma proprio per questo estremamente potente. Fa riflettere sull'uomo e sui suoi istinti più profondi. La religiosità in quei contesti è perfettamente integrata, armonica a quei gruppi umani e alla loro vita precaria e pericolosa, in balia degli accidenti più banali. Il sovrannaturale è sempre presente, anche se non esplicitato in divinità ben precise. E quest'ultima cosa è interessante. C'è poco o niente di elaborato da una cultura o da una lunga tradizione, poco di rituale. Al contrario colpisce la naturalezza della componente religiosa con cui si misurano tutti, come elemento di conforto, di speranza o di contrasto e ribellione. Le divinità sono più reali dell'habitat naturale in cui si muove la comunità umana, o meglio, sono un elemento concreto di questo habitat.

Anche la vicenda di Romolo e Remo è guidata e determinata dalle loro diverse scelte nei confronti del sovrannaturale. Il tragico epilogo non è altro che la conseguenza del volere degli dei sul destino degli uomini, che nulla possono sulla natura immensa e sugli agenti intenzionali che la governano. E' vero che questo sfondo è comune a molta letteratura del mondo antico ma vederla in una comunità dai caratteri così primitivi dà l'occasione di poter constatare come il rapporto con il sovrannaturale sia pensabile, in modo del tutto plausibile, come un dato pre-culturale, un elemento della natura più primitiva e ancestrale dell'uomo. Il film è una rappresentazione dell'essenza più profonda di qualunque religione.

Nessun commento: