venerdì 18 marzo 2011

Il Vespro della Beata Vergine

Il Vespro della Beata Vergine è un lavoro di Claudio Monteverdi del 1610. Credo sia una delle opere musicali più ricche e affascinanti di tutta la storia della musica occidentale. Paragonabile a quello che può essere la Cappella Sistina per la storia delle arti figurative. Se non ho esagerato più di tanto nel fare questo paragone va aggiunta una curiosa osservazione, che distingue in maniera sostanziale queste due grandi opere dell'ingegno: la seconda la conoscono tutti, la prima quasi nessuno (almeno per la mia esperienza).

I motivi possono essere diversi. Sicuramente il più importante è il peso incredibile che ha Michelangelo nella storia della nostra cultura e che certamente Monteverdi non ha. Però l'argomento può risultare un po' circolare, nel senso che forse questo "peso culturale" viene determinato in parte proprio sulla base dell'importanza che una società dà a certe forme d'arte. Michelangelo era un grande pittore, scultore, architetto che con la sua opera ha influenzato enormemente la sua epoca e quelle successive. Monteverdi era solo un musicista.

Un'altra ragione è quella del tempo storico che nel caso della musica sembra sempre enormemente più dilatato (benchè oggettivamente molto più corto, vista la mancanza di fonti). Quando si parla di musica antica, quella precedente il periodo cosiddetto classico (Haydn, Mozart), in genere si giustifica la mancanza di frequentazione con il fatto che si tratta di musica troppo lontana dalla nostra sensibilità moderna. Ma è fin troppo chiaro che questo vale anche per le altre arti. Gli affreschi della Cappella Sistina sono vicini alla nostra sensibilità figurativa? Non credo proprio.

Sicuramente la maggior parte delle persone di media cultura sanno che le arti figurative hanno una storia e una evoluzione del linguaggio, che in buona parte conoscono pure, ma non lo sanno altrettanto bene della musica. Possono riuscire a collocare storicamente un certo dipinto anche se non lo conoscono, ma non riescono a farlo altrettanto bene con un brano musicale. Hanno in media strumenti culturali più incerti nei confronti della musica, minori conoscenze storiche e chiavi di lettura spesso banali. Hanno imparato fin dalla scuola ad apprezzare Michelangelo ma non Monteverdi, di cui al massimo ne hanno nozione.

Infine il brano musicale implica un livello di attenzione continuato nel tempo di esecuzione. Questa è una caratteristica che condivide con il teatro e il cinema, ma a differenza di questi non ha parametri visivi e letterari significativi e non racconta una storia (escludendo il melodramma e poco altro). L'ascolto della musica comporta solitamente un impegno notevole, certamente in media superiore a quello di vedere un film, un lavoro teatrale, di passeggiare in una galleria d'arte o in una chiesa. E questo ha l'effetto di far mantenere le distanze con i grandi capolavori, vecchi e nuovi, facendosene al massimo un'idea retorica (il "motivetto"). Non è un caso che tutte le forme musicali popolari e di largo consumo sono sempre "ibridate" da aspetti letterari e visivi, e hanno tempi di esecuzione non superiori a qualche minuto. Il Vespro di Monteverdi dura più di due d'ore. Pensa che palle!

Nota: due brani di esempio, il Dixit Dominus e il Nigra Sum.

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