venerdì 5 novembre 2010

Stiamo male o no?

Un rapido scambio di battute oggi mi ha portato a riflettere su questa domanda.

Oscillo spesso tra questi due stati d'animo opposti: da una parte mi sembra che viviamo tutti quanti male, in un paese che sta male, che ha mille problemi non risolti, con una immoralità diffusa, con personaggi abietti che infestano la nostra vita sociale. Dall'altra ogni tanto penso che in fondo molti di noi (praticamente tutti quelli che mi circondano) hanno un buon tenore di vita, una famiglia, delle buone abitudini, una buona moralità, spesso una buona o un'ottima cultura. Insomma i fondamentali ci stanno, anche di più forse.

Quando è che ho ragione? E' una questione soltanto di ottimismo del momento?

Probabilmente funziona come nel caso del lavoro (uno dei gravi problemi attuali, oggettivamente): se non ti senti sicuro nel tuo lavoro, perchè é precario, perchè hai la sensazione che manchi di stabilità e durevolezza, perchè in virtù di questo non puoi pretendere granchè e rimani un po' al palo, sia come carriera che come retribuzione, tendi a prendertela spesso con tutti quelli che hanno un lavoro molto più sicuro, stabile, duraturo, perchè magari sono impiegati in una qualche azienda-baraccone, e forti di questa copertura fanno il minimo indispensabile, anche meno se possibile, con una rilassatezza che tu non ti puoi neanche sognare. Queste persone ti stanno sul cazzo e non riesci ad ignorarle. Ma il punto è che le ignoreresti tranquillamente se avessi la sensazione che a te viene riconosciuto il dovuto.

Questo discorso può essere generalizzato. Praticamente tutti i giorni ci passa davanti agli occhi una parata di personaggi incredibili: politici corrotti, moralmente riprovevoli, addirittura insani di mente; calciatori tatuati che non parlano italiano (e non perchè sono stranieri); ballerine (chiamiamole così) senza nessun tipo di talento; ragazzi scemi che fanno cose sceme in trasmissioni televisive sceme; industriali o bancari con liquidazioni da superenalotto che nessun posto di responsabilità, dico nessuno, potrebbe giustificare in alcun modo; ... tutte persone di successo! Queste persone ti stanno sul cazzo e non riesci ad ignorarle. Ma il punto anche qui secondo me è lo stesso: le ignoreresti tranquillamente se avessi la sensazione che a te viene riconosciuto il dovuto.

E allora stiamo male o no? Stiamo bene perchè in cuor nostro sappiamo che bene o male nella nostra vita abbiamo fatto delle scelte che ci sembrano ancora quelle giuste. Stiamo male perchè abbiamo il sospetto che proprio quelle scelte ci hanno portato ad essere delle persone che non contano un cazzo. Stiamo bene perchè abbiamo costruito un nostro solido sistema di valori, sappiamo cosa conta nella vita e cosa no. Stiamo male perchè vediamo questi stessi valori quotidianamente spernacchiati (o trattati in modo ipocrita) proprio da chi ha maggior successo, tanto da domandarci se non abbiamo per caso sbagliato qualcosa.

Noi abbiamo fatto e facciamo delle cose, spesso anche buone cose (e per questo stiamo bene), ma il problema è che non ci vengono (o non ci sono state) adeguatamente riconosciute (e per questo stiamo male). Altrimenti tutti 'sti stronzi che sfilano davanti a noi non li degneremmo neppure di uno sguardo.

3 commenti:

Luca Saba ha detto...
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Luca Saba ha detto...

Non penso che il problema sia questo. Più
che altro guarderei alle prospettive.
Io vivo con la mia compagna, abbiamo un solo stipendio (20.000 euro lordi all'anno), paghiamo un mutuo (aiutati dai genitori), paghiamo le rate della macchina (a tasso zero grazie all'aiuto dei genitori) e a fine mese ci arriviamo grazie alla carta di credito, che sposta un pò più in là il momento dei pagamenti.
E mi ritengo fortunato! Il fatto però è che non ho le stesse prospettive dei miei genitori. Non potrò pagare aiutare mio figlio a pagare il mutuo, non potrò aiutarlo a comprarsi una macchina e, a meno di qualche sensibile cambiamento, non potrò neanche permettermi di pagargli gli studi!
Il problema è che vedo i miei genitori e ho paura di non poter fare per mio figlio quello che loro hanno fatto per me. E questo mi fa sentire male.

Rodolfo Trippetti ha detto...

Evidentemente le mie considerazioni non valgono per tutti, almeno non per tutti allo stesso modo. Ma forse, anche se con accenti diversi, diciamo due cose collegate in qualche modo tra loro. Se la società non riconosce il dovuto ai suoi cittadini (e perdura in questo sciagurato atteggiamento) questi cominciano ad avere problemi oggettivi sempre più gravi e soprattutto finiscono per non avere più prospettive concrete, e a non poterne offrire ai propri figli. E certo questa condizione molti di loro non se la meritano proprio.

Grazie per aver lasciato un tuo commento. Buona fortuna.