domenica 21 novembre 2010

Conoscenze "fossili"

Mia nipote, che frequenta la prima media, ha appena studiato Cristoforo Colombo e la sua "scoperta" dell'America. Partendo dalla convinzione che la terra ha forma sferica Colombo si fa finanziare un lungo viaggio che dovrebbe portarlo alle Indie navigando nella direzione opposta a quella fino ad allora praticata. E sbarca in un nuovo continente. Non ne posso parlare con lei ma mi viene in mente il solito dubbio in merito a questa vicenda: ma è stato Cristoforo Colombo ad introdurre il concetto di sfericità della terra? Non mi quadra. Le mie conoscenze di storia mi suggeriscono che probabilmente Colombo "reintroduce" un concetto in qualche modo già noto, ma mi rendo conto che le circostanze non mi sono affatto chiare.

A distanza di una settimana mi capita di ascoltare una lezione di storia della scienza, tenuta dal prof. Lucio Russo (disponibile in rete), che tra le altre cose affronta guarda caso proprio questa questione, dandone un'interessantissima spiegazione.

La sfericità della terra è una conoscenza del mondo antico, in particolare sviluppata in dettaglio nel periodo ellenistico. Eratostene ne riesce a misurare persino il raggio, e quindi il meridiano, con una precisione impressionante per l'epoca. Archimede nel suo trattato sui galleggianti fornisce addirittura una "dimostrazione" della sfericità della terra utilizzando il suo famoso principio unitamente al concetto di peso come forza che attira tutti i corpi verso un centro (il centro della terra). Tolomeo considera acquisita questa conoscenza e la usa sia nel suo testo più importante, l'Almagesto, sia nell'opera La Geografia, dove vengono introdotte per la prima volta le coordinate sferiche, latitudine e longitudine, per descrivere le posizioni sulla terra.

Ma che succede dopo? In particolare nel medioevo? Lucio Russo osserva che questa idea non scompare ma in un certo senso si "fossilizza". Ovvero si perde la profondità delle conoscenze acquisite nei secoli precedenti e sopravvive solamente una nozione acritica, di fatto inutilizzata. Mentre Dante Alighieri nella sua Divina Commedia parla tranquillamente di terra sferica la cartografia della sua epoca non fa uso di questa nozione, e si limita ad una rappresentazione "piatta" del mondo, senza nessun riferimento alla sua possibilità di essere circumnavigato. A ben vedere anche l'uso che Dante fa di questa nozione di sfericità è del tutto fuori dalla realtà: sopra il mondo degli uomini centrato in Gerusalemme, sotto un emisfero inaccessibile, interamente coperto dalle acque, al centro del quale si erge il monte del purgatorio. Insomma Dante usa la sfericità della terra come una nozione "esterna" alla sua vera cultura. E molto probabilmente questo è l'uso che ne fa la civiltà sua contemporanea. Si deve dire che la terra è sferica perchè questa nozione è presente in tutti i testi antichi, ma la conoscenza che c'è intorno a questo fatto è andata perduta, e la nozione di fatto non viene utilizzata.

E come succede che Colombo recupera la "concretezza" di questa conoscenza? Anche qui Russo suggerisce una spiegazione semplice e interessante: nel 1475, appena 17 anni prima l'impresa organizzata da Colombo, esce in Italia la prima edizione a stampa de La Geografia di Tolomeo. Il recupero di una antica disciplina cartografica (conoscenze tecniche, metodi di misura, metodi di calcolo, ecc.) e le sempre più pressanti esigenze commerciali dell'epoca hanno fatto la differenza.

Come si può dimenticare una conoscenza? O meglio, come si può fossilizzare una cosa così importante nel corpus di conoscenze di una civilità? L'analogia che fa Russo per far capire che questo fatto non è poi così strano è al tempo stesso inquietante e istruttiva: provate a chiedere a una qualunque persona che passa per la strada se è il sole a girare intorno alla terra o la terra a girare intorno al sole. Risponderà certamente la seconda, senza nemmeno pensarci troppo. Provate ora a chiedergli perchè lo sa. Tutto quello che osserva gli indica che è il sole a girare intorno alla terra ma lui "sa" che deve dire esattamente il contrario ....

La questione della fossilizzazione e rivitalizzazione delle conoscenze non si applica solo a periodi storici remoti, ma è un fatto che riguarda probabilmente qualunque civiltà.

2 commenti:

Massimiliano ha detto...

Io avevo letto tempo fa che in realtà la sfericità della terra era un dato assodato almeno per i marinai, che avevano un riscontro empirico alquanto banale ma efficace: il fatto che, su una nave, la terraferma sia avvistata prima da chi sta sulla coffa e dopo da chi sta sul ponte.

Rodolfo Trippetti ha detto...

Si, ma quello che mi sembra interessante è che ad un certo punto della storia dell'uomo un intero bagaglio di conoscenze, di tecniche e di deduzioni sembra fosse praticamente scomparso lasciandosi dietro a malapena qualche nozioncina appiccicata. Una cosa è intuire la sfericità della terra da come scompare una nave all'orizzonte, altra cosa è calcolarne il raggio, introdurre una cartografia sferica e, infine, decidere (con le giuste conoscenze) di tentare di circumnavigarla. Questa progressiva "scomparsa" della cultura scientifica sviluppata nell'ellenismo è ampiamente documentata, in buona parte proprio dal prof. Lucio Russo.