domenica 14 novembre 2010

Il Web è morto?

Prima o poi te la fai la domanda del perchè l'iPhone si è diffuso così tanto e in tempi così brevi. Una prima risposta, immediata, è che si tratta di un bell'oggetto, decisamente appetibile per un consumatore di tecnologia. Poi c'è l'innovazione tecnologica in senso stretto, anche quello è sicuramente un fattore di successo importante. Da questo punto di vista l'introduzione di un touch-screen così avanzato al momento della sua uscita sul mercato (tuttora probabilmente ineguagliato) m'è sempre sembrato l'elemento più significativo.

Ma ultimamente la lettura di un doppio articolo di Chris Anderson e Michael Wolff, che ha avuto una certa risonanza sul Web, mi ha portato un'ulteriore e significativa ragione del successo di questo smartphone. Questa starebbe nel cambiamento di paradigma nell'uso della rete Internet.

Internet è nata per collegare istituti di ricerca, università o ambienti militari. Comunque per veicolare informazioni inizialmente in ambienti molto ristretti e specialistici. La prima importante applicazione su Internet è stata probabilmente la posta elettronica e a me è capitato di vederla usare regolarmente in ambienti di ricerca scientifica quando la sua diffusione capillare in ambienti domestici era ancora lontana (almeno in Italia). Poi è arrivato il Web, e in poco tempo le cose sono cominciate a cambiare. Il Web è stato il veicolo principale dell'uso commerciale della rete Internet e quindi anche la spinta decisiva al suo enorme sviluppo.

La visione delle rate attraverso il Web è quella di uno spazio logico in cui si può "navigare" in maniera sostanzialmente libera attraverso un unico programma (il browser), avendo come orientamento un unico importante servizio: il motore di ricerca. Questa visione negli anni si è imposta come un vero e proprio paradigma, fino a far coincidere l'idea di Internet con quella del Web. Credo che tuttora molte persone non abbiano chiarissima la differenza, e soprattutto non sono interessati ad averla. Sta di fatto che la più grande azienda presente su Internet è proprio una di quelle che gestisce la ricerca di informazioni sul Web (Google).

Ma pare che qualcosa stia cambiando, e il principale veicolo di questo cambiamento sembra essere proprio quel genere di dispositivo di cui l'iPhone è al momento la massima espressione.

L'iPhone è stato introdotto sul mercato con una quantità considerevole di piccoli applicativi a lui dedicati, in parte gratuiti e in parte a pagamento, che in breve tempo sono diventati un giro di affari enorme (la cosa si è replicata su un dispositivo per certi versi analogo, l'iPad). Molti di questi applicativi sfruttano "risorse locali", ma molti altri sfruttano invece la "risorsa Internet", ovvero si collegano alla rete per attingere contenuti e servizi, spesso anche loro a pagamento. Questo sta di fatto cambiando l'utilizzo della rete da parte dell'utenza, sta introducendo un nuovo paradigma: Internet non attraverso il browser, in modo libero ma generico, bensì attraverso l'azione mirata di tanti applicativi specifici.

L'inizio dell'articolo di Anderson è estremamente efficacie: "Ti svegli e controlli la posta elettronica sull'iPad che tieni sul comodino. Ecco un'app. Mentre fai colazione dai un'occhiata a Facebook, a Twitter, e al New York Times. E sono altre tre app. Sulla strada verso l'ufficio, ascolti un podcast sul tuo smartphone. Un'altra app. Mentre lavori, guardi i feed Rss su un lettore e chiacchieri via Skype o via IM. Sono altre app. Al termine della giornata te ne torni a casa, prepari la cena ascoltando Pandora, giochi un po' con Xbox Live e guardi un film grazie al servizio in streaming Netflix. Hai passato la giornata su Internet, ma non sul Web. E non sei il solo. Non è una distinzione da poco".

La tesi interessante sostenuta dai due articolisti è che su questo nuovo paradigma sembra essersi realizzata una convergenza tra produttori e consumatori. I consumatori preferiscono sempre di più la strada facile delle piattaforme dedicate, spesso molto efficienti e ben funzionanti, che ne giustificano il costo, e i produttori hanno trovato un modo probabilmente più concreto per fare soldi. Tanto per fare un esempio la Apple si sta creando un business del tutto alternativo a quello che ha costruito in quest'ultimo decennio il dominio incontrastato di Google.

Sullo sfondo rimane Internet, la vera tecnologia rivoluzionaria dei nostri tempi. Cito un'ultima volta l'articolo di Anderson: "Il Web in fondo è solo una delle tante applicazioni che esistono su Internet, e utilizza i protocolli IP e TCP per muovere pacchetti. La rivoluzione è questa architettura, e non sono le applicazioni specifiche che ci sono costruite sopra".

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