sabato 19 dicembre 2009

Lo studio è un valore

Non credo alla fine di aver mai pensato seriamente che il mio lavoro dovesse necessariamente essere legato agli studi fatti, e che questo fosse cruciale per potermi dire "realizzato", o per poter dire di aver fatto scelte "di successo". Probabilmente questo ha contribuito a fare in modo che non avessi al momento giusto la determinazione necessaria per lavorare in un modo o nell'altro nell'ambito degli studi effettuati. Forse.

Ho sempre considerato lo studio un valore in sè. Il mio lavoro non è direttamente collegato con i miei studi ma è un fatto che essi tuttora mi definiscono come persona, costituiscono una parte essenziale della mia storia culturale, formano i miei modi di pensare e con essi ho costruito la mia (imprecisa) visione del mondo.

Non riesco a distinguere lo studio istituzionale che porta a conseguire un qualche grado di istruzione dallo studio in senso lato, inteso come esercizio, riflessione, acquisizione di conoscenze affascinanti. E sono convinto che questa distinzione non vada fatta, finchè è possibile. La costruzione di conoscenze scorporate dal fascino che queste suscitano è innaturale e non lascia nessuna traccia significativa. E' fondamentalmente per questo che il titolo di studio spesso non dice assolutamente nulla di chi lo ha conseguito. Credo che ci si possa laureare in qualsiasi cosa, esame dopo esame, senza che questo costituisca una parte essenziale della propria cultura.

Ho studiato musica senza conseguire alcun titolo e questo non è mai stato un mio rammarico, semmai lo è stato quello di abbandonarla a più riprese. Nessuno sbocco professionale, "solo" conoscenze.

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