domenica 6 dicembre 2009

Conoscenza e mistero

Nel trasmettere conoscenza bisognerebbe sempre fare attenzione al suo vitale rapporto con il mistero. Intendo dire che un grande fascino della conoscenza sta nel delineare quello che si conosce insieme a quello che ancora non si conosce. Qualunque aspetto della conoscenza ha i suoi confini, spesso molto sfumati da tutti i dubbi che si possono sollevare su quello che si pensa di conoscere. Questi confini e questi dubbi sono il carburante che alimenta i progressi in qualunque ramo del sapere. Sarà anche banale ma ritengo che questo sia un elemento cruciale in qualunque insegnamento.

Questo fa sì che anche in insegnamenti di conoscenze assodate, storiche, per così dire istituzionali, il rapporto con "lo stato attuale delle conoscenze" gioca un ruolo fondamentale nel rendere quell'insegnamento vivo e interessante. Mi rendo conto che non è facile (l'insegnamento non è mai facile, di qualsiasi ordine e grado sia) ma credo anche che possa/debba essere applicato praticamente ovunque. Chi riceve l'insegnamento deve costantemente percepire che "l'oggetto conoscenza" è dinamico, pronto a cambiare, al limite anche attraverso un suo personale contributo.

Non mi riferisco solo alla conoscenza tecnico-scientifica anche se sembrerebbe che questo discorso sia applicabile soprattutto a forme di conoscenza a carattere "cumulativo". Secondo me si riesce a rendere interessante lo studio della letteratura, dell'arte, della musica, della filosofia, ecc. solo facendo riferimento a come si scrive, come si fa teatro, come si dipinge, si fa musica o si fa filosofia oggi. E soprattutto facendo capire che queste discipline non vanno solo guardate, ma possono in qualche misura anche essere praticate. L'idea del contributo attivo mi sembra di importanza cruciale. Fa si che chi riceve l'insegnamento si senta personalmente coinvolto nel processo di conoscenza, si senta dentro lo sviluppo della cultura, e che non stia lì semplicemente a subirla. Secondo me un ragazzo che cresce così avrà sicuramente maggiori possibilità di contribuire un giorno significativamente alla cultura del suo tempo.

Un insegnamento che non si pone questo problema rischia sempre di essere acritico, scontato. Nell'insegnamento delle scienze questo modo arido di insegnare è quasi una regola ("questa cosa funziona così, quest'altra cosà, punto", una collezione di nozioni scientifiche messe in fila), ma molte altre aree di insegnamento incappano spesso nello stesso problema. Il fatto scontato (raccontato come tale) rende tutta la conoscenza (e il processo di conoscenza) banale, dunque non interessante e su cui non vale la pena di perder tempo. Inoltre l'istruzione acritica genera una forma mentale nociva, e, cosa ancora più grave, l'abito mentale acritico è esso stesso un dato culturale e in quanto tale viene sistematicamente trasmesso. E' opportuno ricordare che le menti acritiche sono sempre funzionali al potere, di qualsiasi tipo e di qualunque forma.

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