mercoledì 27 maggio 2009

Superlavoro o fancazzismo

Da una parte ci sono lavori che devono essere fatti al 110%, diversamente non si riescono a fare. Il rischio che corri facendo una vita del genere è quello di cadere in una sorta di schiavitù intellettuale, dove l'orizzonte culturale è quello dell'ufficio o del profitto della propria azienda. Al di fuori solo spiccioli.

Dall'altra ci sono non-lavori, ci sono "occupazioni" nel senso letterale della parola (occupare fisicamente un posto e basta). Il rischio in questo caso è invece quello di sprecare energie, talento, capacità, conoscenze. Che è un delitto peggiore dello sprecare energia elettrica, cibo, vestiti, denaro.

La nostra società e il nostro mondo del lavoro non sembrano fatti per permettere una sana via di mezzo, dove il lavoro che fai serva essenzialmente per sostenerti economicamente e per dare dignità alla tua vita (e quindi un lavoro da svolgere con qualità e responsabilità), senza però invaderla completamente e condizionarne tutti gli aspetti. Trovare questa via di mezzo, costruirsela piano piano è spesso molto difficoltoso se non impossibile.

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