sabato 13 dicembre 2008

Il Ministro Carfagna e il merito

La nomina a Ministro della Repubblica della signora Mara Carfagna ha avuto un seguito di grandi polemiche. L'argomento più battuto di queste polemiche è stato quello della sua velocissima carriera politica fatta all'ombra di Berlusconi (che le faceva ombra con cosa??!). Probabilmente però converrebbe mettere da parte queste "illazioni" per focalizzare meglio il problema, più generale e grave, che questo episodio emblematico mette bene in luce. La signora Carfagna fino a qualche anno prima era stata impegnata in: miss italia, trasmissioni di varietà televisivo, calendari. Poi nella legislazione precedente (con una legge elettorale che non prevedeva preferenze) viene eletta alla camera e in questa legislatura nominata Ministro.

Non conosco i dettagli della storia personale della signora Carfagna ma credo che quello che si sa sia sufficiente per esprimere un giudizio. Qualunque cittadino può fare politica, indipendente dalla sua storia personale, ma nessun cittadino può fare una carriera politica di questo genere, per la quale invece ci vuole una storia particolare, fatta di una lunga e assidua frequentazione di ambienti politici a vari livelli, oppure fatta di una lunga carriera di particolare rilievo nazionale anche se non necessariamente di tipo politico ma con la quale si sono comunque espressi meriti eccezionali (vedi senatori a vita).

Chi occupa posizioni di così alto profilo deve avere egli stesso un alto profilo, altrimenti rischia di screditare la posizione stessa che occupa, e questo finisce per essere l'aspetto più grave di tutta la questione. Non si diventa ministri per avere per la prima volta l'occasione di dimostrare qualcosa, lo si diventa dopo aver già dimostrato di essere in grado di farlo con una buona probabilità di successo (e peraltro se non ci si riesce si lascia subito il posto ad un altro).

Mi è stato fatto notare (come spiegazione del fenomeno, non certo come sua giustificazione) che questo meccanismo "avvicina" il politico al cittadino, nel senso che quest'ultimo non misura più una distanza evidente tra se e il politico, anzi, in qualche misura riesce ad identificarsi con lui. Un meccanismo molto simile a quello che sta alla base del successo di trasmissioni televisive tipo Grande Fratello. Questa spiegazione ci potrà pur essere ma dal mio punto di vista rende la cosa ancora più sconvolgente. La distanza tra il normale cittadino e un esponente così alto delle istituzioni ci deve essere, ed è sulla base dei valori e dei meriti espressi (sottolineo espressi), così come è ovvio che ci sia una certa distanza, in termini appunto di valori e meriti, tra un normale cittadino ed un premio nobel.

La nostra società è incredibilmente piena, a tutti i livelli, di persone che non si sono faticosamente guadagnate il posto che occupano, come sarebbe necessario, e che di conseguenza contribuiscono a screditarlo. In poche parole manca un valore fondamentale, quello del merito.

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