mercoledì 17 dicembre 2008

Transistor

Qualche giorno fa sono entrato nella biblioteca comunale del mio quartiere e ho dato un'occhiata all'emeroteca, soffermandomi su alcune di quelle riviste che non hanno nessuna o scarsissima diffusione nelle edicole o librerie. Una di queste è "Sapere", un bimestrale di divulgazione scientifica diretto da Carlo Bernardini e Francesco Lenci. Per la precisione, come si legge anche sul sito, si tratta della più antica rivista italiana di divulgazione scientifica, essendo stata fondata addirittura nel 1935. Molte delle sue firme sono o sono stati professori della Facoltà di Fisica dell'Università "La Sapienza" di Roma, almeno ai tempi in cui la frequentavo io: Carlo Bernardini, Andrea Frova, Michele Emmer, Giovanni Vittorio Pallottino, Francesco Calogero, Giorgio Parisi.

Tra gli articoli della rivista mi è saltato agli occhi quello del Prof. Pallottino, che ricordava che nel 2007 cadevano i 60 anni dall'invenzione del transistor. Già, sembra veramente strano ricordare un evento del genere: l'invenzione di un dispositivo incomprensibile che di fatto non è mai visibile e che si trova .... praticamente dappertutto!!

Non esiste dispositivo elettronico attuale che non abbia un numero enorme di transistors integrati. E sappiamo quanto l'elettronica sia parte della nostra vita quotidiana. Il transistor è una sorta di cellula costruttiva dei circuiti integrati, a loro volta mattoni fondamentali di tutti i nostri elettrodomestici più evoluti. Un oggetto su cui si è costruita tutta la storia della tecnologia elettronica, e dunque anche dell'informatica.

Dell'articolo di Pallottino mi hanno colpito tre cose:
  1. L'idea che ha guidato la ricerca e la realizzazione del primo transistor - Pallottino scrive: "Alla base dell'invenzione del transistor c'era l'idea di controllare il moto di cariche elettriche (cioè una corrente elettrica) all'interno di un solido anzichè nel vuoto, come succedeva nei tubi elettronici". Quindi sin dall'inizio (e l'idea a quell'epoca aveva già alcuni anni) c'era l'obiettivo anche tecnologico di costruire un componente elettronico attivo alternativo agli ingombranti e poco affidabili tubi a vuoto che già avevano trovato applicazione nei primi calcolatori elettronici. Attualmente i transistor vengono impiegati come interruttori o amplificatori di segnali, sostituendo ormai completamente in questa attività le vecchie valvole termoioniche.
  2. L'eccezionale sviluppo che il transistor ha avuto negli anni successivi fino ai giorni nostri - I numeri che riporta l'articolo sono significativi: il primo transistor commerciale risale al 1950 e il suo costo si aggirava sui 18 dollari, l'equivalente di circa 150 dollari attuali. Oggi un microprocessore del valore commerciale di 100 dollari ne conta al suo interno circa 1 miliardo. Questo suo incredibile sviluppo è andato di pari passo al suo processo di miniaturizzazione: la dimensione del primo transistor era di circa 1 cm, quella di un transistor integrato attuale è di circa 50 nm (50 milionesimi di millimetro!).
  3. La sottovalutazione dell'importanza del transistor sia negli anni della sua prima realizzazione sia attualmente - Inizialmente i Bell Telephone Labs in cui venne realizzato il transistor non compresero appieno l'importanza di questo dispositivo, che cominciò quindi ad essere commercializzato con qualche anno di ritardo. Attualmente è molto difficile trovare informazioni storiche su questo dispositivo, sugli studi che portarono alla sua realizzazione e sulla sua rapida evoluzione che lo ha portato in un tempo relativamente breve a giocare un ruolo determinante nella storia della tecnologia moderna. Pallottino confronta questa scarsità di informazioni con l'immensa mole di studi storici su un evento come la rivoluzione d'ottobre che in fondo, col senno di poi, non ha cambiato così tanto la nostra vita come forse lo ha fatto il transistor. Ma purtroppo in genere le vicende della tecnologia non vengono annoverate nella più ampia classe delle vicende della cultura umana.

Nel 1956 a Walter Brattain, John Bardeen e William Shockley venne assegnato il Premio Nobel per la Fisica "for their researches on semiconductors and their discovery of the transistor effect".

Nota: John Bardeen (1908 - 1991) negli anni successivi prese parte alla formulazione della teoria classica della superconduttività che gli valse nel 1972 il secondo Premio Nobel per la Fisica, insieme a Cooper e Shrieffer (John Bardeen, Leon Neil Cooper, John Robert Schrieffer, "for their jointly developed theory of superconductivity, usually called the BCS-theory"). Bardeen è stato inserito nel 1990 dalla rivista LIFE nella lista dei "100 Most Influential Americans of the Century".

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