Si dice che la situazione israelo-palestinese è molto complessa. Giustamente.
Però si potrebbe dire più semplicemente che in una situazione del genere alla fine ci sarà chi vince e ci sarà chi perde. Semplicemente, purtroppo. Solo questo risolverà la questione, chissà quando.
Quando i pionieri cominciarono a cercar fortuna nelle terre del far west incontrarono i nativi. I pionieri avevano le loro ragioni, cercavano terre nuove per poter campare, non avevano alternative. I nativi invece, essendo popolazioni nomadi, non concepivano nemmeno l'idea che le terre si potessero recintare e che se ne potesse rivendicare la proprietà, come i pionieri volevano fare. I nativi si trovarono invasi sulle terre dove vivevano e cacciavano. La loro reazione, per certi versi comprensibile, fu quella di fare tremende azioni terroristiche nei confronti delle popolazioni dei pionieri. I nativi prendevano lo scalpo dell'uomo bianco.
La situazione era difficile da trattare in termini di diritti, e certamente neanche in termini di convivenza. E infatti non venne risolta in questi modi. Venne risolta in termini di chi vince e chi perde. In quel caso vinsero i pionieri (tecnologicamente più attrezzati e più numerosi) a scapito dei nativi, che vennero letteralmente sterminati, alla fine di un lungo periodo di conflitti.
Non credo che il conflitto israelo-palestinese possa risolversi se non in questo modo, cioè in termini di chi vince e chi perde. I conflitti potranno essere ancora lunghi e difficili ma alla fine si imporrà un vincitore, non una pacifica convivenza.
La domanda che mi sono fatto in questi ultimi tempi è la seguente: perché l'occidente non ha sostanzialmente mosso un dito contro l'azione di guerra che Israele ha condotto per due anni contro la popolazione civile palestinese? La risposta però è forse più scontata (e tremenda) di quanto si pensi. Israele è l'occidente, siamo noi. E se la soluzione è quella che ho detto, a vincere dobbiamo essere noi.
Nessun commento:
Posta un commento