lunedì 11 agosto 2025

Uscire fuori dalla gara che misura "il merito"

Nell'ultimo esame di stato (il vecchio esame di maturità) ci sono stati 3 o 4 studenti che hanno rifiutato di sostenere la prova orale, sapendo che sarebbero stati promossi lo stesso visti i crediti complessivi accumulati. Ovviamente con un punteggio basso perché privato dei punti che avrebbero acquisito sostenendo l'orale.

Di questo episodio che, ripeto, ha coinvolto 3 o 4 studenti su circa mezzo milione, mi ha colpito prima la notizia giornalistica che, secondo me piuttosto arbitrariamente, ha messo in risalto l'aspetto di "contestazione pubblica" verso l'esame di stato che questi studenti con la loro scelta avrebbero voluto esprimere, e poi la reazione immediata del Ministro dell'istruzione e del merito, Guseppe Valditara, di stampo punitivo: bocciatura per eventuali episodi analoghi a partire dal prossimo anno scolastico.

Entrambi questi atteggiamenti, veri o presunti, restituiscono un'immagine di uno Stato il cui compito dovrebbe essere quello di controllare i suoi giovani cittadini ribelli e correre subito ai ripari per rimetterli in riga. Peraltro, visto il sospetto che ho che la scuola sia sempre più pensata come un distributore di crediti, validi per la "corsa" al voto finale, a cui partecipano con entusiasmo genitori iperansiosi e iperprotettivi, questo tipo di provvedimenti, così severi e tempestivi mi suonano come una cosa del tipo "ragazzo, stai al gioco che ti ho preparato, raccogli tutti i crediti che puoi, pensa al tuo curriculum".

Si intuisce un certo fastidio solo nel sospettare che qualcuno voglia, e addirittura possa, uscire fuori dalla gara che misura "il merito".


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