domenica 2 febbraio 2025

Le coincidenze (i destini) di Rigopiano

Nel bellissimo podcast di Pablo Trincia sul disastro di Rigopiano (avvenuto otto anni fa) ci sono due temi che accompagnano quasi costantemente la narrazione: le omissioni e i ritardi colpevoli di una serie di personaggi di vari uffici pubblici che suscitano una certa comprensibile rabbia in chi ascolta, e le coincidenze attorno all'evento, che hanno determinato la vita o la morte degli ospiti della struttura alberghiera investita dalla valanga. Queste ultime, come sempre succede, lasciano una forte impressione nell'ascoltatore.

Un'ospite che si salva perché un attimo prima si è accomodata su una certa sedia piuttosto che su un'altra o piuttosto che rimanere in piedi, un altro che è uscito fuori dall'albergo poco prima per togliere il ghiaccio dalla macchina, un dipendente che è entrato in uno stanzino chiuso e la valanga non l'ha neanche sentita e se ne è reso conto solo quando è riuscito a uscire dal cumulo di neve che si era formato. Ospiti che hanno rimandato il soggiorno a quella precisa data perché impegnati sul lavoro. Ospiti che hanno deciso all'ultimo momento di andare, senza neanche troppa convinzione, incoraggiati da qualche parente, o che al contrario hanno rinunciato all'ultimo momento. L'offerta del gestore dell'albergo di offrire un'ulteriore notte (quella che precede il giorno fatale) gratuitamente, visti i disagi causati dalla nevicata incessante. La decisione presa ad un certo punto (prima del disastro) di riunire tutti gli ospiti nella hall dell'albergo con le valige pronte in attesa degli spalaneve che avrebbero consentito di ripartire, facendo evacuare gli ambienti della spa che poi sono stati gli unici a rimanere praticamente intatti. E così via.

Le coincidenze lasciano sempre turbati, fanno sempre pensare al destino che accompagna ciascuno di noi nella vita, che ci ha dato appuntamento da sempre, qualcosa che è scritto, che ci aspetta inesorabilmente e che non possiamo evitare, sensazioni che ci rimandano alla nota canzone di Roberto Vecchioni (Samarcanda) o a racconti analoghi. Ma si tratta di eventi, che noi però pesiamo sulla base delle loro conseguenze. Siamo noi che proiettiamo significati sugli eventi naturali, siamo noi a selezionarli e a dare loro un significato. Tantissimi altri eventi ci passano davanti agli occhi senza nessuna conseguenza importante per noi e quindi non esistono, non fanno parte del gioco. Noi diamo un senso antropocentrico agli eventi del mondo.

NOTA: ho già scritto sul concetto di destino https://rodolfotrippetti.blogspot.com/2011/04/sul-concetto-di-destino.html


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