domenica 23 ottobre 2022

Due famiglie tipo

In questi decenni mi è sembrato di incontrare prevalentemente due tipologie di famiglia. Ovviamente quella che sto per fare è una feroce semplificazione, che estremizza una situazione con mille sfumature diverse (per fortuna).

La prima tipologia familiare è quella in cui uno dei due genitori o addirittura entrambi hanno un impiego pubblico. In questo nucleo normalmente si ha più tempo, si riesce a tornare a casa presto, si riesce ad andare a prendere i bambini a scuola, a portarli in palestra, in piscina, alle gare sportive, ecc. Una situazione che permette di ottenere un certo equilibrio e in cui le cose, nell'ambito familiare, riescono a marciare abbastanza bene. Probabilmente una tipologia che sta progressivamente scomparendo, vista la sempre più scarsa disponibilità di posti pubblici.

La seconda tipologia è quella in cui il "maschio alfa" ha da sempre puntato alla carriera e per farlo lavora 12 ore al giorno. Questo gli permette di portare a casa un buono stipendio e consente alla moglie di stare a casa o al più lavoricchiare con impieghi part-time, per periodi di tempo limitati, ecc. Anche questa è una situazione che ha un suo equilibrio, sebbene secondo me è molto meno adatta alla costruzione di un ambiente familiare sano ed equilibrato. E anche questa forse è una tipologia di famiglia che sta scomparendo (fortunatamente), mi sembra di incontrare più "vittime" di una ideologia iperproduttivista che "protagonisti".

Probabilmente è possibile tipizzare in questo modo la famiglia italiana, anche se con grande approssimazione, a causa delle fasi storiche che si sono succedute dal dopoguerra ad oggi. Il modello più funzionale di famiglia secondo me lo abbiamo avuto negli anni della crescita economica. Le donne erano ancora prevalentemente rappresentate con la "parannanza", ma il fatto significativo era che la famiglia poteva sostenersi senza troppi problemi con un solo normale stipendio. Questo fatto economico si sposava bene con la cultura della donna in casa e permetteva di costruire famiglie ben equilibrate, almeno fintantoché questa condizione della donna non veniva percepita come una insopportabile subordinazione.

L'emancipazione della donna ha cambiato le cose nella famiglia. Ma secondo me a cambiarle è stata soprattutto quella stessa crescita economica, che ha portato inevitabilmente a dei modelli di consumo sempre più insostenibili e sempre più necessari. Il risultato è stato che il monoreddito non era più un modello di famiglia sostenibile. Le donne hanno cominciato ad andare a lavorare per emanciparsi e per contribuire a supportare i livelli di consumo imposti dalla società. Questo cambiamento secondo me è ancora un problema non risolto.

L'emancipazione della donna, in realtà la sua necessità di essere soggetto attivo in tutti i sensi (sia soggetto produttivo che soggetto di consumo), ha portato ad un disequilibrio del nucleo familiare che a tutt'oggi costituisce molto spesso un problema, soprattutto perché al progressivo aumento della necessità di avere ricchezze private disponibili non ha fatto da contraltare un parallelo aumento delle ricchezze pubbliche disponibili, tutt'altro, vista anche la grande evasione fiscale e il livello di corruzione che negli anni è considerevolmente cresciuto. E la famiglia in questo quadro non ha avuto a disposizione strumenti di sostentamento che le permettessero di trovare una nuova forma di equilibrio, adeguati al suo vero benessere, che non può essere solo quello di avere dentro casa i più diffusi beni di consumo.

Le due tipologie di famiglie attuali di cui parlavo sono il riflesso di questa situazione. Da una parte l'impiego pubblico, cresciuto a dismisura negli anni della crescita economica a causa di meccanismi mafiosi e clientelari, fa ancora da cuscinetto a molte famiglie e gli regalano un modello di vita magari modesto (comunque in linea con la classe media) ma tutto sommato abbastanza in armonia con la sfera privata. Dall'altra l'esigenza sempre più pressante di produttività ha generato modelli culturali aberranti dove il lavoro è l'unico orizzonte possibile. In questa categoria si incontrano spesso le situazioni familiari più disarmoniche e difficili. Anzi, questi modelli non solo disarticolano la famiglia ma in molti casi la rendono proprio impossibile, soprattutto nella misura in cui entrambi i genitori pretendono di avere una vita professionale di questo tipo. Non a caso ho visto spesso negli anni persone single (ancora prevalentemente maschi) dedite alla professione, con la compagna da qualche parte, anche lei molto impegnata, e con il "tempo libero" occupato sempre e solo dalla cura della propria persona.

Ovviamente come ho già detto all'inizio la mia è una estremizzazione utile al discorso. Un in bocca al lupo a tutte le persone che (come me) si barcamenano in una delle tante vie di mezzo.


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