domenica 27 luglio 2025

Conoscenza razionale e intuizione poetica

In una presentazione di un libro che avrebbe come argomento un tema che si potrebbe sintetizzare in "come funziona la musica" (cioè, come è fatta, qual è la logica con cui viene costruita, ecc.), ho trovato questa frase: "Sometimes I hear people saying that knowing how music works destroys the magic in music", a volte sento dire che sapere come funziona la musica distrugge la magia della musica.

Credo che mi sia capitato in passato di incontrare atteggiamenti simili, in cui si distingue un modo "magico" ovvero poetico di sentire le cose del mondo contrapposto alla loro conoscenza razionale vista come qualcosa che "toglie" loro questa poesia.

Io questa cosa non la capisco, e per quel poco che la capisco non la condivido. Io credo che, parafrasando Faynman, "la conoscenza può solo aggiungere; davvero non vedo come e che cosa possa togliere".


P.S.: oggi, 5 agosto, leggo una frase che mi fa ripensare a questo post, che mi ricorda la differenza tra contemplare una cosa bella e conoscerla. "Tutto il creato non è che pura calligrafia e non c'è un solo segno che non abbia senso. E quelli che si estasiano nel contemplare questi segni senza decifrarli sono come la ragazza di campagna che si diverte a contemplare la bella scrittura di un manoscritto che è giunto nelle sue mani, ma senza saper leggere e senza sapere che questi segni sono una lettera d'amore che l'imperatore scrisse per lei". [Ernesto Cardenal]


lunedì 21 luglio 2025

Da genitori a padroni di cani

Sono in una periodo della mia vita in cui ho passato ormai da qualche anno la fase di svezzamento dei figli. Questa fase ovviamente l'ho vissuta insieme a tutta una serie di amicizie e conoscenze che più o meno hanno fatto la mia stessa strada e che ho avuto modo di osservare. C'è stato nel tempo un comportamento che ho messo a fattor comune in un buon numero di persone mie coetanee che mi ha colpito e che vorrei appuntarmi in questo post.

Nella fase "genitoriale iniziale", decisamente la più intensa per la capacità che questo tipo di esperienza ha di cambiarti la vita, ho notato dei comportamenti che ho sempre giudicato esagerati nei confronti dei figli, nella direzione della loro "pucciosità" (termine mutuato da un giornalista che seguo molto nel suo lavoro e che lui utilizza in tutt'altro contesto). Nei confronti del bimbo si sviluppa una sensibilità molto "estetizzante" (comprensibilmente), si esalta non solo la sua indubitabile bellezza ma l'osservazione sistematica di tutte le sue espressioni, le sue "mossettine", i suoi atteggiamenti infantili carichi di tenerezza. Questo nel tempo delle foto facili e dei social è diventato materiale per documentazioni fotografiche infinite, e i bimbi sono spesso diventati "pupazzetti" da vestire e fotografare-filmare in infiniti modi. L'affetto irrazionale porta ad esibire anche cose assolutamente insignificanti, ad esempio i loro disegnini (di cui si riempiono le scrivanie dei genitori-lavoratori, ora molto meno, vista la diffusione dello smart-working), e i genitori si "sbrodolano" in racconti non necessari di episodi "unici" e sentiti infinite volte. Questi atteggiamenti genitoriali secondo me "educano" il genitore, in questa sua prima fase, ad un atteggiamento come ho detto prima estremamente "puccioso" nei confronti dei propri figli che rischia di essere prolungato in maniera impropria anche nelle fasi successive, completamente diverse.

Arriva infatti il momento sacrosanto e affascinante in cui i figli ti mandano a quel paese. Ne sentono la necessità e lo fanno. Questo può creare frizioni in famiglia ma soprattutto sancisce la scomparsa del bimbo puccioso che aveva regalato ai genitori tanto affetto totale e incondizionato. Cosa ho visto succedere in questa fase di transizione in molti miei coetanei? Il sorgere dell'esigenza di farsi un cane, che si rivela ai miei occhi un surrogato estremamente potente di quella pucciosità che è rimasta viva nella memoria dei genitori e di cui rischiano di rimanere orfani. Il cane cristallizza definitivamente la soddisfazione di questa esigenza vita natural durante (almeno la sua, quella del cane). Il cane non ha una fase di indipendenza dal padrone, non ne ha bisogno, e passa la sua esistenza (mi riferisco ovviamente ai nostri attuali cani casalinghi) a fare e ricevere coccole. Questa transizione bimbo puccioso - cane puccioso mi appare come un probabile e piuttosto diffuso step evolutivo del mestiere del genitore. I figli cambiano e lasciano in eredità ai genitori il cane per continuare a soddifare la loro infinita voglia di coccole.


domenica 6 luglio 2025

Ancora un orso cattivo

Giorni fa leggo di un ennesimo episodio di aggressione di un orso verso un essere umano. Ce ne sono stati altri nel passato che mi hanno suggerito dei post (qui e qui). Scopro però, leggendo l'articolo, che l'uomo si era avvicinato ad un'orsa con i cuccioli e avevo provato a darle da mangiare per filmarla (non sembra un'informazione certa). L'uomo è morto e l'orsa è stata abbattuta (e i cuccioli? Non si sa).

La grande bellezza della natura nasce da un misto di fascino e paura. Quasi tutti gli ambienti naturali selvaggi fanno questo effetto. Ho il sospetto però che l'abitudine ormai consolidata di avere immagini e filmati ci trasmette facilmente il fascino ma ci priva della paura (certo non si può avere paura di un filmato).

Io che mi trovo spesso sui social a vedere reel di gorilla, splendidi animali, in modo del tutto innocuo e senza percepire alcun pericolo, potrei forse avere l'istinto di avvicinarmi nel momento in cui me ne trovassi di fronte uno reale. Ammetto che, razionalmente parlando, sarebbe una cosa da pazzi ma forse è proprio questo il meccanismo che porta le persone a fare una cosa simile (cioè una cosa da pazzi).

Spero di non incontrare mai da solo un gorilla vero nel suo habitat (paura), anche se mi piacerebbe (fascino).