domenica 25 maggio 2025

Scuola e ChatGPT

Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa sono ormai inevitabilmente su tutti i nostri smartphone. Nelle mani ormai di soggetti di qualunque età. Sarebbe il caso di discutere pubblicamente la gestione dell'altrettanto inevitabile interazione tra questi strumenti e la scuola, di ogni ordine e grado.

Io penso che il problema vada prima di tutto diviso per fasce di età. Nella scuola primaria e in quella secondaria inferiore l'uso dei tool di IA dovrebbe forse essere totalmente esclusa, e soprattutto credo che fino a quella età la cosa sia ancora abbastanza possibile. Nella secondaria superiore non solo l'esclusione dell'interazione con questi strumenti non può essere del tutto evitata ma forse non è neanche positivo che lo sia. Piuttosto il loro utilizzo dovrebbe essere discusso in classe, spiegato per quanto possibile, analizzato nelle sue potenzialità e nei suoi problemi, per poi essere in generale fortemente limitato nel lavoro scolastico, ma con la consapevolezza dei ragazzi e sperabilmente anche la con la loro collaborazione. Infine a livello universitario l'uso di questi strumenti è ovviamente libero e sotto la responsabilità dello studente, che a questo punto dovrebbe aver maturato il giusto grado di consapevolezza.

Rimane il fatto che, dal punto di vista didattico, e a qualunque età, l'uso di strumenti di AI, ha delle chiare controindicazioni:

  1. Generano un eccessiva fiducia nelle spiegazioni che forniscono ("effetto oracolo").
  2. Possono dare risposte parzialmente false.
  3. Il loro addestramento è sotto il controllo delle big tech.
  4. Tendono a far escludere l'importanza della pluralità delle fonti nello studio.
  5. Possono impigrire l'utilizzatore (effetto anche psicologico).

La cosa estremamente importante è la seguente: non è pensabile censurare completamente l'uso di questi strumenti in ambito scolastico, sarebbe equivalente a crescere una generazione di cittadini fuori dal contesto reale e complesso delle società future, quelle in cui si troveranno a vivere.

L'altra cosa estremamente importante è la seguente: è rischioso lasciare i ragazzi in età formativa accedere a questi strumenti senza una preparazione adeguata, senza aver sviluppato verso di essi un adeguato atteggiamento critico; il rischio è quello di non riuscire a sviluppare la necessaria libertà di pensiero nei confronti di tecnologie così complesse.

In particolare è importante di fronte a queste tecnologie cambiare quell'atteggiamento nei confronti dei computer che ci accompagna ormai da qualche generazione. Il computer è da sempre immaginato (e usato) come una macchina perfetta e deterministica, e fino ad oggi questa immagine era adeguata. Ma i modelli di intelligenza artificiale sacrificano la perfezione e si espongono all'errore per poter avere la giusta flessibilità rispetto ai compiti che devono svolgere, per poter aggiustare il tiro, per poter imparare.

Se sto davanti a un chatbot di IA devo essere consapevole che lui non è progettato per dare risposte vere e affidabili, bensì per dare sempre risposte plausibili. E questo può rendere il rapporto con esso difficile, perché con una certa probabilità posso ottenere da lui risposte false (allucinazioni) ma perfettamente plausibili. Il mio compito è quello di mantenere un atteggiamento di continua verifica di questa plausibilità, con azioni che possono essere faticose ma necessarie.

Si tratta in fondo di passare dall'immaginare di avere davanti una macchina perfetta (il computer, come lo abbiamo finora conosciuto) all'immaginare di avere davanti una cosa che in fondo assomiglia un po' di più ad un essere umano, da cui è scontato che non ci aspettiamo mai la perfezione, neanche se ci fidiamo.

Questi ultimi sono i temi della formazione su cui sarebbe importante lavorare.


domenica 18 maggio 2025

Sciatalgia

Sono due settimane che soffro di una sciatalgia che non mi dà tregua. Il dolore sordo mi accompagna costantemente giorno e notte, cambia di tanto in tanto sia in diffusione sulla gamba sinistra sia in intensità, ma non molla mai. Una prova psicofisica pesante. La causa primaria è una doppia protrusione con piccola ernia nelle vertebre lombosacrali, messe in evidenza ormai sette anni fa con una risonanza magnetica, ma i sintomi erano già presenti ben prima.

Il trattamento di "manutenzione" che faccio già da diversi anni consiste in infiltrazioni periodiche di ossigeno-ozono, che agiscono direttamente sulla parte e dovrebbero impedire o contenere ulteriori schiacciamenti. Esiste però in alcuni sfortunati casi un "punto di non ritorno", che consiste nell'infiammazione della radice del nervo sciatico a causa della pressione delle vertebre su di esso, che progressivamente e inesorabilmente si irradia a tutta la gamba sotto forma di dolore acuto, bruciore, formicolii e perdita della sensibilità. Credo che il trattamento che faccio regolarmente mi abbia preservato da questi episodi (almeno credo), che fortunatamente fino a questo momento sono stati abbastanza rari e piuttosto contenuti. Ma non questa volta.

Sono sotto terapia farmacologica iniettiva con un cocktail di cortisone e anti-infiammatori che dovrebbero quantomeno far passare il dolore, ma pare che non ci sia al momento un miglioramento così evidente, il dolore a fasi alterne è sempre al suo posto. Sono alla fine della terapia prevista e sto scrivendo questo post alle due di notte perché non riesco a dormire.

Un'ultima cartuccia, cominciata a sparare questa mattina, è quella della fisioterapia. Trattamento al momento molto doloroso ma che non ha sortito un risultato immediato, non c'era da sperarlo, mi aspettano diverse sedute.

Non so bene che altro potrei fare, tengo informato il mio medico e attendo istruzioni. Nel frattempo non riesco a lavorare, faccio fatica a mantenere qualsiasi posizione, comprese quella seduta e quella sdraiata.

Penso che questa sia una delle tante condizioni di salute esasperanti che rischiano sempre di alimentare forme di pseudoscienza. Il mal di schiena ha spesso sviluppi ed effetti collaterali particolarmente fastidiosi, poco tollerabili, e soprattutto non sembra avere una soluzione univoca efficace. Su di esso esiste una vera e propria letteratura popolare, fatta dei rimedi più disparati. Parlando con le persone vengono fuori storie personali molto eterogenee e soluzioni altrettanto varie.

Indubbiamente queste condizioni di salute, anche a carattere cronico, prive di terapie veramente risolutive, portano il soggetto ad accettare un ventaglio di possibili soluzioni che razionalmente e in una situazione diversa non prenderebbe neanche in considerazione. Per usare un'iperbole, se in questi giorni qualcuno mi avesse proposto uno sciamano di sua conoscenza ("a mio cugino l'ha guarito") credo che almeno per dieci secondi avrei preso in considerazione la cosa.

Il sottobosco di pseudoscienze che si creano in campo medico cresce soprattutto su patologie come questa che non hanno purtroppo una gestione efficace. Le potremmo chiamare malattie incurabili, patologie croniche.

Torno a provare a dormire, senza troppe speranze, sognando uno sciamano.