Tempo fa sono andato a visitare l'ennesima mostra su Escher con un po' di scetticismo. Questo autore è ormai molto di moda e le mostre su di lui si moltiplicano. Ha fatto la fine di altri grandi autori, sempre sulla bocca di tutti quelli che amano fare citazioni. E' in buona compagnia con Van Gogh e Caravaggio. In questo caso però valeva la pena di andarci, la mostra era certamente la più completa e interessante tra quelle che mi era capitato di visitare negli anni passati, e ho ricavato diverse osservazioni. Una la voglio riportare in questo post.
Mi fermo per un po' in una sala dove vengono proiettate in sequenza varie tassellazioni del piano. Sono animazioni in cui il piano viene progressivamente ricoperto da una tassellazione, mostrando alla fine il gruppo di simmetria a cui appartiene. Il filmato presenta tutti i 17 gruppi di simmetria possibili per una tassellazione completa che rispetti sempre la simmetria traslazionale, a cui si aggiungono via via le altre simmetrie possibili: rotazione, riflessione, glisso-riflessione. Mi viene da pensare che nonostante il loro fascino queste rappresentazioni mi risultano un po' monotone, non hanno l'attrazione delle opere di Escher, ne sono solo un materiale d'uso.
Cambio sala e mi trovo di fronte a una delle tre Metamorfosi. Qui ritrovo esempi di tassellature che avevo visto poco prima ma in questo caso si trasformano sotto lo sguardo, andando da sinistra a destra della "striscia" o viceversa. Il titolo sottolinea proprio questo cambiamento continuo, elementi simmetrici che si trasformano con grande fantasia in elementi non simmetrici, e viceversa. Penso che questo sia effettivamente un aspetto dell'opera che fa la differenza, che non stanca e non annoia, perché le forme generano altre forme, e la simmetria si scioglie e si ricompone, si rompe e si ricostruisce. Mi pare di scorgere questo stesso aspetto in diverse altre opere di Escher.
Qualche stanza più in là mi incuriosisce un monitor dove viene mandato in loop un filmato apparentemente poco attraente. Mi fermo a guardarlo con attenzione perché lo riconosco subito. Si tratta del canone cancrizzante dell'Offerta Musicale di J.S.Bach. Un brano brevissimo che viene citato dal famoso libro di Douglas Hofstadter Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante. Anni fa lo sapevo suonare al pianoforte. Il brano ha una simmetria per riflessione perfetta, si tratta di due linee melodiche che sono l'una lo specchio dell'altra, cioè si tratta della stessa linea suonata contemporaneamente da due voci, una da sinistra verso destra e l'altra da destra verso sinistra, la loro sovrapposizione si fonde in un unico brano. E' molto divertente seguire le note sul monitor mentre viene eseguita. Penso però che il pezzo sia piuttosto monotono, non certo tra i lavori di Bach che mi piacciono di più.
Anche nella musica di Bach la simmetria perfetta è solo un materiale d'uso. Penso alle caratteristiche di certi suoi grandi lavori. L'utilizzo delle simmetrie è spesso presente, le forme del canone e della fuga, ad esempio, sono basate su evidenti principi di simmetria. Ma a pensarci bene queste simmetrie non sono mai perfette, sono sempre "rotte" in molti punti delle composizioni, compiono una metamorfosi, si trasformano in altro, ed è proprio questo che le rende belle. La simmetria orienta nella visione o nell'ascolto, la sua rottura è creatrice di nuove idee.
Mi pare di intuire delle analogie compositive nel modo di lavorare di Escher e di Bach, e allo stesso tempo di cogliere un elemento essenziale di queste opere. L'uso della simmetria è un gioco attraente ma manca di contenuto informativo e quindi di incertezza, di sorpresa, di deviazione, di singolarità, di variazione, di imprevisto, tutti ingredienti essenziali nell'espressione artistica, soprattutto quella che praticavano Escher e Bach, quella cioè "priva di significato", "inutile esercizio di forma".
La simmetria è affascinante e colpisce l'attenzione, ma è "troppo ordinata" e dunque prevedibile, povera di informazione. La sua continua metamorfosi la arricchisce di disordine, di imprevedibilità, di contenuto informativo. E' questa dialettica che fa diventare certe opere così irresistibili.