domenica 21 gennaio 2024

Il metodo scientifico

«Ora vediamo come si fa a scoprire una nuova legge [scientifica].

In generale, il procedimento per scoprire una nuova legge è questo:

  • per prima cosa tiriamo a indovinare... non ridete, è proprio così che facciamo!
  • poi calcoliamo le conseguenze della nostra intuizione per vedere quali circostanze si verificherebbero se la legge che abbiamo immaginato fosse giusta;
  • infine confrontiamo i risultati dei nostri calcoli con la Natura - con gli esperimenti, con l'esperienza, con i dati dell'osservazione - per vedere se funziona.

Se non è in accordo con gli esperimenti è sbagliata.

In questa piccola affermazione c'è la chiave della Scienza. Non importa quanto bella sia la tua intuizione, non importa quanto intelligente sia la persona che l'ha formulata o quale sia il suo nome: se non è in accordo con gli esperimenti è sbagliata. È tutto qui.

Ora, immaginate di avere avuto una buona intuizione e di avere calcolato che tutte le conseguenze della vostra premessa sono in accordo con gli esperimenti... la teoria allora è giusta? No, semplicemente non si è potuto dimostrare che sia sbagliata, perché in futuro un numero maggiore di esperimenti potrebbe scoprire qualche discrepanza e la teoria si rivelerebbe sbagliata.

È per questo che le leggi di Newton per il moto dei pianeti sono rimaste valide per così tanto tempo: [Newton] ha ipotizzato la legge della gravitazione e con questa ha calcolato i moti dei pianeti e li ha confrontati con gli esperimenti... e ci sono volute diverse centinaia di anni prima che un minuscolo errore nel moto di Mercurio fosse osservato. Durante tutto quel tempo nessuno era stato in grado di dimostrare che la teoria fosse sbagliata e poteva essere considerata temporaneamente giusta. Ma non può mai essere dimostrata giusta, perché le osservazioni di domani possono svelare che quello che credevamo giusto era in realtà sbagliato. Per cui non abbiamo mai la certezza di essere nel giusto, possiamo essere sicuri solo di esserci sbagliati.

Non possiamo definire nulla con assoluta precisione. Se proviamo a farlo ci coglie quella paralisi del pensiero che è tipica dei filosofi... uno dice all'altro: "Non sai di cosa sto parlando" e l'altro risponde "Che cosa intendi per parlare? che cosa intendi per sapere? che cosa intendi per cosa?".»

Richard Feynman (1918-1988), premio Nobel per la fisica 1965.

 

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