domenica 16 luglio 2023

Abusi di potere

Qualche giorno fa Vittorio Sgarbi è stato protagonista di uno dei suoi interventi "coloriti" nell'ambito di un incontro pubblico al Maxxi di Roma, alla presenza dell'attuale direttore del museo Alessandro Giuli e di un secondo ospite (Morgan). Il termine colorito sta ad indicare l'uso del turpiloquio in un contesto in cui è del tutto fuori luogo, inutile e inopportuno, funzionale solo al solito scopo di alzare polvere intorno ad un evento altrimenti anonimo. Sono convinto che, sebbene si sia scusato in seguito, questo fosse un obiettivo non esplicitamente ammesso dello stesso direttore del museo. C'è da sempre l'abitudine a fare un uso scandalistico delle presenze di Sgarbi in eventi pubblici per "amplificarli", e questo sin dal suo primo apparire in televisione, ormai molti anni fa, se non ricordo male nelle trasmissioni di Maurizio Costanzo.

La cosa intollerabile di questi episodi non è tanto la loro volgarità, che qualifica l'autore, quanto il fatto che rappresentano in modo sfacciato un abuso di potere, un comportamento giustificato solamente dalla presunzione di essere intoccabile, e dalla voglia di esprimerlo chiaramente. Supponiamo che l'evento pubblico prevedesse anche un dibattito con gli spettatori presenti, e che uno di loro si fosse permesso di utilizzare un linguaggio simile. Non gli sarebbe stato consentito di finire il suo intervento, sarebbe stato messo alla porta immediatamente e giustamente. Ecco, allora con questi suoi siparietti volgari Sgarbi ci dice sempre chiaramente una cosa del tipo "io so io, e voi non siete un cazzo", come Alberto Sordi nel film Il marchese del Grillo.


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