lunedì 22 agosto 2022

Visite ai musei

Questa estate ho visitato diversi musei, in particolare uno dei più importanti d'Europa, il museo del Prado, a Madrid. Mi sembra evidente però che in genere i musei, soprattutto quelli importanti, cioè quelli famosi e ricchi di opere, non siano fatti per la fruizione da parte degli utenti di cultura media, che però ne sono i principali frequentatori. Si passeggia all'interno delle grandi sale guardando in modo inevitabilmente distratto un catalogo immenso di opere eterogenee, su cui peraltro non vengono quasi mai riportate informazioni se non le classiche "titolo-autore-anno", in modo volutamente asettico. Le eventuali audioguide di cui spesso ci si può dotare sono sempre didascaliche, inutilmente particolareggiate e tremendamente noiose, quasi sempre incapaci di catturare l'interesse di chi le ascolta.

Il risultato di queste visite è una generale stanchezza che sopraggiunge ben prima di aver terminato la visita e la sensazione di non riuscire ad imparare granché. Questo probabilmente si scontra con il messaggio retorico di essere entrati in un tempio delle arti figurative da cui uscire con chissà quale ricchezza. Un'esperienza complessivamente deludente e anche un po' frustrante. Ho la presunzione di pensare che queste considerazioni, forse un po' estreme, siano però più o meno condivise con diversi livelli di consapevolezza dalla maggior parte dei visitatori. D'altra parte si tratta proprio di una questione banalmente fisiologica, che non può che essere condivisa. Si è costretti in poco tempo ad elaborare una quantità di informazioni ben al di sopra delle possibilità di chiunque. 

Eppure i visitatori di questi musei sono tanti. Penso che quello che muove la maggior parte di noi sia il fatto di andare a vedere le "opere famose", cioè quelle che già si conoscono, una cosa che nell'epoca della riproducibilità delle immagini risulta essere poco più che inutile. In pratica si tratta di un atteggiamento classificabile come pregiudizio di conferma se non addirittura come una forma di feticismo, che non è quasi mai un'acquisizione di nuove conoscenze o di nuove esperienze artistiche. E forse non è quest'ultima cosa che stimola il turista medio alla visita, forse sarebbe troppo faticoso, non compatibile con una gita turistica. Invece la passeggiata alla ricerca delle opere famose (quelle viste e riviste un po' dappertutto) appaga sufficientemente e magari permette anche di riportare a casa un po' di materiale culturale a buon mercato, "argomenti di conversazione" (parafrasando una nota battuta di un film di Verdone).

Le visite ai grandi musei in tutto il mondo sono una forma di turismo che serve per testimoniare uno status culturale di buon livello. Il cittadino della classe media cerca di distinguersi dai suoi pari almeno sul piano culturale. E realizza questo suo obiettivo non facendo esperienze culturali reali (qualunque esse siano) ma acquistando un prodotto culturale, che in certe occasioni può anche essere esibito. Una forma di consumismo.


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