martedì 11 gennaio 2022

La matrix dei cani

Ogni tanto ci si imbatte nella notizia di qualcuno che ha avuto la disavventura di essere sbranato da un branco di cani. La notizia in sé fa sempre impressione ma a me stimola una riflessione un po' fantasiosa.

E' abbastanza chiaro che negli ultimi anni (non solo per causa del covid) c'è stato un aumento dell'adozione di cani e di gatti. Lo si vede per strada, lo si deduce dalle tantissime pubblicità di prodotti per cani e gatti, dalla diffusione di negozi specializzati e dall'aumento delle dimensioni delle aree di cibo per cani nei supermercati. I social poi sono strapieni di foto, filmati e racconti su animali domestici. In un panorama del genere mi sembra del tutto ovvio che ci sia anche una certa percentuale di abbandono di cani. Il cane, molto più che il gatto, comporta un certo impegno, è un animale che ha bisogno di continue attenzioni da parte del suo padrone. Non tutti ci riescono.

Probabilmente però i cani abbandonati nelle campagne non rimangono a piangere e a sperare inutilmente il ritorno del loro padrone. Si arrangiano a vivere, come farebbe chiunque. Diventano randagi, e recuperano i loro istinti, tra cui anche quello di vivere in branco. Non hanno più nessuna dipendenza dall'uomo, e comportamenti aggressivi nei suoi confronti possono diventare del tutto naturali.

A me questa cosa fa venire in mente Matrix, il film. Noi uomini, nell'arco di una storia millenaria, abbiamo trasformato i lupi (una parte di essi) in animali utili ai nostri scopi. Nel fare questo li abbiamo costretti a vivere nel nostro mondo secondo le nostre esigenze, o meglio, abbiamo cancellato il loro mondo originario e gli abbiamo riservato un posto ben preciso nel nostro. Il loro mondo attuale è in un certo senso fittizio per loro, non è naturale, è del tutto artificiale. E lo abbiamo costruito noi. Da tempi remoti e da migliaia di generazioni i nostri cani campano in un mondo completamente organizzato da noi, in cui tra l'altro loro si trovano oggettivamente costretti e non sempre a loro agio, se li si guarda da fuori. Ma per loro probabilmente tutto questo non ha senso. Stanno dentro al mondo che gli abbiamo costruito senza conoscere altro, dal loro punto di vista non hanno scelta, e certamente non si pongono il problema.

Solo nel momento in cui qualcuno di noi, involontariamente, abbandonandolo a se stesso, gli fa mangiare la pillola rossa, il cane vede finalmente il suo vero mondo e torna ad essere quello che veramente è: un lupo.

NOTA: osservazione a margine sul concetto di evoluzione. Per costringere i nostri cani al nostro mondo per cui loro risultano inadatti dobbiamo "proteggerli". Mettere loro un guinzaglio, stare attenti a dove vanno, a che cosa mangiano, a chi incontrano quando passeggiamo con loro, ecc. Questo nostro atteggiamento ci potrebbe far pensare che noi dobbiamo proteggere i nostri animali domestici, pensare a loro, badare ai loro comportamenti, perchè in fondo siamo una specie superiore, in grado di stare meglio al mondo. Un pensiero ingenuo, e come al solito decisamente antropocentrico. E' sufficiente cambiare l'ambiente per rendersi conto dell'ingenuità. Se ne accorge chi incontra un branco di cani liberi nel bosco.


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