lunedì 28 maggio 2018

Una bella analogia

Le analogie sono spesso divertenti e istruttive. Servono per capire meglio le cose. Oddio, non sempre. Qualche volta sono un po' troppo sceme. Ad esempio si usa dire che l'attività intellettuale e la capacità e lo sforzo di imparare cose nuove mantiene allenato il nostro cervello, così come avviene per un muscolo del corpo quando viene utilizzato, e lo preserva da patologie dell'invecchiamento, la più grave delle quali, l'alzheimer, è ormai percepita come una vera piaga sociale.

Questa analogia è appunto un po' scema, non serve per capire meglio il cervello, non ha il potere unificante tipico delle belle analogie, collega in modo poco significativo muscoli e cervello.

Invece il cervello può essere associato ad una rete dove le connessioni tra le varie parti veicolano informazioni. Imparare cose nuove equivale a costruire nuove connessioni per mettere in comunicazione idee fino a quel momento isolate, per arrivare da più punti ad una qualche informazione memorizzata e poterla recuperare ed utilizzare.

Le patologie degenerative del cervello possono essere associate ad una qualche forma di degrado di queste connessioni, ad un qualche agente o processo che le rende inutilizzabili e alla conseguente perdita di capacità di recuperare informazioni memorizzate da qualche parte. Di fronte a questi processi degenerativi un cervello tanto utilizzato, che ha imparato tanto e che ha quindi costruito un gran numero di connessioni si mostrerà molto più resiliente, offrirà tanti percorsi alternativi, tante ridondanze possibili e dunque avrà più chance di sopravvivere come sistema nel suo complesso.

Questa si che è un'analogia!

(La morale sarebbe la seguente: impara il più possibile che nel tempo costruirai un sistema sempre più resiliente alle degenerazioni dell'invecchiamento).

Nessun commento: