venerdì 2 marzo 2018

Vangeli e Costituzione

Matteo Salvini che brandisce in un suo comizio i Vangeli e la Costituzione Italiana è forse il momento peggiore che mi è capitato di vedere di questa campagna elettorale. Ovviamente sono stati tantissimi i commenti a questa uscita barbara del peggior politico italiano di questi ultimi tempi, tutti convergenti ad una stessa critica, la più ovvia: i messaggi morali contenuti nei Vangeli non sembrano essere molto in sintonia con quelli che ispirano la politica di Salvini e del suo gruppo, tanto che viene il dubbio se li abbia mai letti. Ma faccio notare che Salvini si definisce un appassionato di Fabrizio De André. Gli uomini oltre che paraculi possono essere sinceramente complessi e contraddittori.

Tanti possono essere i motivi opportunistici (soprattutto opportunistici) per tirar fuori quei testi. E' chiaro che sono utilizzati come elementi di identificazione sociale, e quindi di distinzione dagli "altri". In questo senso trovo che sia più forte il segnale dato dai Vangeli che dalla Costituzione. Il primo è un rafforzativo del secondo. La Costituzione è un trattato di convivenza sociale a cui tutto sommato ci si può uniformare piuttosto facilmente ma i Vangeli sono certamente qualcosa di più, capaci di creare un solco ben più profondo tra le persone, e quindi risponde meglio al messaggio del "noi e voi" che è l'obiettivo cercato.

I Vangeli però sono la Buona Novella per tutti, non per un popolo (come succede per altri monoteismi). Ciononstante possono essere utilizzati come elemento che distingue, che separa, che esclude. Ed è stato già fatto in tantissime occasioni nella storia del Cristianesimo. Salvini è solo l'ultimo arrivato, nessuna pretesa di originalità. Questa dunque non è una semplice "contraddizione" di una personalità "complessa" ma più seriamente una caratteristica a cui le religioni si prestano particolarmente bene. Anche i nostri tempi lo testimoniano, purtroppo.

Probabilmente un tratto caratterizzante di qualsiasi credo, di qualsiasi religione della storia, è quello di creare una coesione sociale di una forza particolare, senza confronti con altri fattori culturali, in quanto legata ad elementi sovrumani e sovrannaturali. Il gruppo sociale trae giustificazione direttamente da essi e non da semplici accordi tra uomini. Questo ovviamente da una parte favorisce comportamenti altruistici verso chi condivide lo stesso credo ma dall'altra tende a generare comportamenti aggressivi e minacciosi, di potente alterità, verso i cultori di altre credenze o verso i miscredenti in generale. Dal punto di vista evolutivo (oltre che storico) credo che queste caratteristiche abbiano avuto grande importanza, dunque ce le portiamo senz'altro appresso come un dato che può avere grande influenza sul comportamento istintivo, non elaborato razionalmente. Solleticare queste funzioni primitive in un discorso politico, che dovrebbe invece fare affidamento sulle capacità più razionali e nobili di ogni individuo, è cosa tanto facile quanto ignobile. Una rovinosa caduta di valori umani, sociali e civili. Complimenti.

(per non parlare della solita mancanza di valori laici, altro aspetto oscurantista di cui in Italia non ci si vuol liberare; da questo punto di vista l'accostamento dei Vangeli e della Costituzione in un comizio politico è di per sè un gesto tristemente eloquente).

Nessun commento: