mercoledì 24 dicembre 2014

Illusioni evolutive

Le illusioni ottiche oltre ad essere divertentissime sono anche molto istruttive. Ce ne è una ad esempio che nella sua semplicità è veramente impressionante. Si chiama Scacchiera di Adelson, è reperibile ovunque su Internet, ad esempio andando semplicemente a consultare la voce di Wikipedia "Illusione Ottica". Si tratta di una scacchiera a quadrati grigi chiari e grigi scuri su cui è poggiato un cilindro che proietta su di essa la sua ombra. Due quadrati di questa scacchiera hanno esattamente la stessa tonalità di grigio (li si vede bene isolandoli dal contesto) eppure messi nella figura vengono percepiti come quadrati opposti (grigio chiaro e grigio scuro). Proprio non c'è verso di vederli come effettivamente sono, cioè esattamente uguali.

Quindi le nostre percezioni visive sono ingannevoli, non possiamo fidarcene ciecamente, sarebbe un errore grossolano. Non è difficile generalizzare ad altre percezioni. I nostri sensi non sono così affidabili, e l'esempio visto ci dice anche che è estremamente difficile accorgersene, tenerne conto o addirittura correggerle, nonostante tutta la razionalità che ci possiamo mettere.

E' abbastanza curioso che un senso così importante come la vista (intesa ovviamente come sistema occhio-cervello) abbia questi "bugs". In fondo è normale pensare che l'evoluzione avrebbe potuto fare di meglio. Ma non so se questa considerazione ha senso. Prima di tutto l'evoluzione non porta mai a risultati perfetti, anzi, nel contesto dell'evoluzione, così come la comprendiamo oggi, il concetto di perfezione non ha proprio senso. Poi abbiamo imparato che le funzioni biologiche si sviluppano secondo certe spinte evolutive che nel tempo in cui agiscono hanno l'effetto di raffinare alcuni aspetti di una specie vivente ma in certi casi determinare allo stesso tempo "effetti collaterali" (su quella stessa specie) che di vantaggioso hanno ben poco. E che questi effetti ad un certo punto potrebbero anche tornare utili per tutt'altro, al momento in cui l'ambiente cambia significativamente (da leggere a questo proposito "Il pollice del panda", di Stephen J. Gould). Insomma la cosa è piuttosto complessa.

Un'altra illusione ottica più semplice ma forse ancora più istruttiva è quella chiamata Triangolo di Kanizsa (anche questa documentata da Wikipedia). In questo semplice disegno si percepisce chiaramente la forma di un triangolo, ma di fatto il triangolo non c'è. Viene solo suggerito da elementi grafici che presi singolarmente non ci suggerirebbero alcunchè. I contorni di questo triangolo percepito dall'osservatore non sono disegnati, ragion per cui il sistema visivo deve trarre delle inferenze. Il soggetto "vede" una cosa che di fatto non c'è.

Questo "bug" può essere effettivamente spiegato come un effetto collaterale di capacità evolutivamente vantaggiose. Vedere delle forme conosciute anche dove effettivamente non ci stanno significa pure riuscire ad anticipare efficacemente la presenza di un pericolo. Ovviamente così c'è il rischio di prendere delle cantonate, ma è certamente un prezzo ragionevole da pagare.

Ma anche questa cosa può essere generalizzabile? E fino a che punto? La capacità di vedere o percepire cose che non esistono, di dare facilmente corpo ad una realtà più immaginata che oggettiva è un vantaggio? Un effetto collaterale interessante (e magari utile) di qualche altro aspetto, come quello di immaginare pericoli per poterli adeguatamente prevenire?

Pericoli o intenzionalità di entità coscienti. Il comportamento degli oggetti animati viene interpretato precocissimamente in termini di scopi e obiettivi da raggiungere. La mente umana ha la capacità (e le tendenza spontanea) ad attribuire stati mentali ad altre entità (quelle animate, ma non solo). I bambini hanno al massimo grado la capacità di vedere cose che non esistono e di costruirsi facilmente credenze di ogni tipo. Per mio figlio erano sufficienti quei pochi miseri indizi che il papà imbranato gli riusciva ad offrire per costruirsi il mito di Babbo Natale. La credenza veniva da sé, come "spinta" da qualche elemento ancestrale. Un qualsiasi elemento anche banale suggeriva la presenza di un'entità a cui mio figlio credeva subito incondizionatamente, come se l'avesse vista.

Questo ad occhio e croce lo si può chiamare animismo. Una potente illusione costruita dall'evoluzione? Quanto della storia e della cultura dell'uomo dipende da essa?

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